Single per scelta o per forza

essere-singleLa coppia e il ritorno a casa sono argomenti di moda. Viene enfatizzata la fine del single e della sua scelta liberatoria, avventurosa e trasgressiva, da molti interpretata come una fuga dalle strutture «borghesi» della coppia e della fa miglia, vissute più come strutture oppressive che come rassicuranti.

La realtà non è così semplice, e la scelta di vivere soli deve essere valutata tenendo conto delle alternative individuali, che possono essere individuate in quattro cerchi concentrici.

C’è chi sceglie di essere single. Altri subiscono questa con­dizione. A volte escono dallo spazio della coppia come vedo­vi. In altri casi, perdono anche l’appartenenza alla famiglia, come certi divorziati.

Per il single per scelta, può essere facile trovare nella cerchia degli amici una valida alternativa alla struttura familiare. Il modello inglese dell’uomo che passa i week-end con gli amici, partecipando alla vita sociale e affet­tiva di un club sportivo, ha rappresentato una soluzione alter­nativa alla monotonia della coppia per generazioni di coniugi oppressi.

Per loro, concedersi momenti di single significava sfuggire a una vita di coppia di cui non sapevano apprezzare i vantaggi e che era divenuta poco sopportabile.

All’interno del «pianeta single», esiste insomma un calei­doscopio di personaggi e di ruoli. Eccone alcuni.

SINGLE PER FORZA. Per loro, la condizione di single è una realtà ineluttabile. In questi casi, a essere maggiormente pe­nalizzate sono le donne. Solo per citare un esempio, sarà mol­to più facile per un paraplegico maschio trovare una moglie, mentre le donne portatrici di handicap ben difficilmente rie­scono a stabilire relazioni affettive con uomini sani. Le donne sono svantaggiate anche in caso di divorzio, specie se la sepa­razione si verifica nella maturità.

A loro viene negato lo sta­tuto di single: capita più spesso che vengano considerate per­sone sole, e costrette a confrontarsi con una solitudine non scelta ma subita.

Altri diventano single per forza a causa della loro personalità. Il loro carattere è talmente difficile che impedisce loro k convivenza con chiunque. A volte anche piccoli difetti come l’eccessiva sudorazione, se trascurati, condannano alla solitu­dine. Per non parlare delle nevrosi personali.

Andrea non può percorrere lunghe distanze in aereo, sog­giornare negli alberghi, convivere nello stesso appartamento: con altre persone. Il suo problema: non riesce a urinare se ci sono altre persone nei paraggi. E per questo mi chiede un ap­puntamento, al quale arriva visibilmente turbato.

A 35 anni sarebbe quello che si definisce un buon partito: è ricco e ama fare l’amore, anche se a volte raggiunge un po’ troppo in fretta l’orgasmo. Ha molte avventure, ma non appena una delle sue amanti gli propone di passare insieme il week-end, viene preso dal panico. L’invito da un lato attiva il suo bisogno vescicale, dall’altro blocca completamente la relazione.

Dopo essere finito un paio di volte al pronto soccorso per farsi svuotare la vescica, Andrea ha imparato a farsi dei son­daggi vescicali da solo. Ma questo non ha sciolto la sua in­quietudine. Appassionato di vela, fa gite in compagnia solo d’estate, quando può buttarsi in acqua e urinare senza essere scoperto.

Quando ha programmato una lunga traversata, è stato costretto ad affrontarla in solitario. A rendere la sua vi­ta un inferno e inchiodarlo al ruolo di single è il persistere di una nevrosi infantile, che insieme abbiamo deciso di affronta­re e che stiamo forse per risolvere.

SINGLE PER VIZIO. Sì, proprio per vizio. E lo scrivo senza che il termine implichi un qualche giudizio da parte mia, ma perché bene esprime la condizione dei single che tali sono per una lucida scelta narcisistica. Sono quelli che, in fondo, pen­sano di non avere bisogno di nessuno.

Matteo, 50 anni, è il prototipo di queste persone che agli esseri umani preferiscono la solitudine, la lettura e il rapporto con gli oggetti. Considerato dai rari conoscenti un vero orso, ripete che è meglio essere soli che male accompagnati. Ama l’alpinismo, e la sua unica attività sessuale consiste nel ma­sturbarsi. In quei momenti, le sue fantasie sono ambigue, e a forte componente omosessuale. Non si masturba perché è so­lo, ma perché l’autoerotismo è il comportamento sessuale più congeniale al suo carattere di single per obbligo.

SINGLE PER SCELTA (e soddisfatto di esserlo).     Quando la solitudine è temporanea, può semplicemente corrispondere alla fisiologica fluttuazione di bisogni che portano a essere talvolta estroversi e talvolta meditativi. In altri casi, la deci­sione di isolarsi può nascere dal desiderio di canalizzare tutte le proprie energie su un obiettivo professionale, umanitario o religioso. Oppure è la delusione che deriva da una disavventu­ra sentimentale o da un lutto familiare a portare alla condi­zione di single.

Talvolta, però, anche nella più onorevole delle motivazioni appare in controluce il disagio. In alcuni casi si tratta della paura di affrontare persone del sesso opposto, oppure dell’at­trazione per persone del proprio sesso che viene negata. La bisessualità coesiste sovente con il matrimonio, che costituisce un ottimo paravento e allo stesso tempo un pretesto ideale per non ammettere la propria condizione. Oppure può celarsi dietro la non volontà di stabilire rapporti durevoli con le donne.

Luca è un bell’uomo di 50 anni: molto curato nei gesti, sensibile e interessato al teatro, è un venditore dalla carriera brillante e dai numerosi rapporti sociali. Pur avendo vissuto con donne anche per lunghi periodi, ha deciso di non sposar­si, accontentandosi di rapporti con donne volgari, a volte di aspetto mascolino, a volte decisamente sottomesse. Nono­stante l’interesse che nutre per i bambini e la paternità, nessu­na di queste relazioni è sfociata in un matrimonio.

Di fronte a tanto mistero, una parte dei suoi amici aveva sviluppato dubbi sull’identità sessuale di Luca. Ma nonostan­te questo, sono tutti rimasti sorpresi nel sapere che dopo ave­re ottenuto il prepensionamento lui aveva deciso di partire per il Marocco, dove si è stabilito in un villaggio notoriamen­te frequentato da omosessuali occidentali.

Willy Pasini – La qualità dei sentimenti

Fonte: http://www.willypasini.it