Il boom dei single cambia il mercato

titleCi troviamo dinnanzi ad una vera rivoluzione di mercato… Le scelte di vita personale cambiano ed orientano quelle delle multinazionali.

La scelta poi di vivere soli condiziona il sistema produttivo della confezione: dalle grandi dose alla mono dose. Dal corriere.it si apprende che: “La carica dei single in Italia, 5 milioni e 977 mila «unità unipersonali» come li chiama freddamente l’Istat nell’ultimo censimento, non accenna ad arrestarsi.

Un incremento percentuale del 98,8% dagli Anni 70 agli Anni 90, una crescita progressiva fino al 2001 (quando i single erano un quarto delle famiglie italiane), 1,7 milioni in più nel 2007, segnale di una rivoluzione socio- culturale profonda, soggetta a due variabili fondamentali: il livello di reddito, che condiziona consumi e stile di vita, e l’età.

«La grande rivoluzione è demografica: l’aumento della longevità e dell’instabilità coniugale, in un contesto in cui il ciclo della famiglia tradizionale si accorcia e si trasforma, hanno provocato il boom delle persone sole – spiega Chiara Saraceno, ordinario di sociologia della famiglia all’Università di Torino -. Gli uomini sono di più perché spesso le donne, in caso di separazione, vanno a vivere con i figli.

In Italia e in Europa, insomma, non si vive più appassionatamente tutti sotto lo stesso tetto». I single come li intendono le riviste glamour, disposti a investire molto denaro su tempo libero, happy hour e viaggi? Una minoranza: «Hanno paura della stabilità e quindi rimandano il momento di entrare in coppia e prendersi responsabilità. La loro scelta di singletudine, comunque, non è definitiva».

Le nuove famiglie – a prescindere che si tratti di single per vocazione, in parcheggio o forzati – creano nuovi bisogni, nuovi consumi e, in ultima analisi, nuovi prodotti. Negli ultimi anni il mercato si è mobi-litato per acchiappare questa fetta d’Italia propensa alla spesa e spesso malata di solitudine, con la tendenza a compensare con il cibo (nel paniere Istat sull’andamento dei prezzi, non a caso, stanno entrando le monodosi) e altri bisogni, non sapendo che essere con se stessi, in quanto pieni di sé, può essere bellissimo e che sperimentare il vero e autentico essere soli può diventare un’alta forma di libertà.

In rapporto, un single medio consuma il 50% di un nucleo famigliare classico perché spesso è costretto ad acquistare quantità di cibo superiori ai suoi bisogni reali (con sprechi enormi), però ha esigenze totalmente diverse. Le multinazionali e i supermercati se ne sono accorti, finalmente: la confezione da quattro bistecche e il pacco di biscotti extralarge sono obsoleti.

E allora ecco spiegato il fiorire di cibi pronti e mono-porzioni: la vendita di frutta e verdura pronto uso ha superato un totale di 40 milioni di chili per un fatturato di 350 milioni di euro, e si tratta di un mercato in piena espansione. Insalate miste già condite, macedonie sbucciate e tagliate, alimenti che si rimpiccioliscono per diventare più appetibili ai gusti dei single, la confezione di parmigiano è dimagrita fino ad arrivare a 25 grammi, l’anguria si è ristretta (da 15 a 1,5 kg), è diventata più maneggevole e ha perso i semi, lo yogurt è passato dal formato da otto a quello singolo, 150 gr di dolcezza a 0,69 centesimi.

Quello che ancora manca è la varietà: le già poche ditte che producono le mono-dosi si fossilizzano, al massimo, su un paio di alternative. Appello al signor Rana Giovanni: i tortellini di crudo o ricotta e spinaci non bastano più a soddisfare la domanda. Non mancano, in compenso, i libri di ricette per persone sole. Soluzioni veloci con porzioni più piccole.

La novità? Nessuna, ma il single nel titolo fa tendenza, e quindi il libro vende di più. Anche l’oggettistica in cucina non è più la stessa. Wms, azienda tedesca di pentole, si è inventata quella mono-porzione in acciaio inossidabile, il passaverdure e lo scolapasta mignon, le pirofile per una persona sola e tutti gli strumenti specifici per le esigenze di chi non ha famiglia, tanto che Kitchen, negozio milanese di casalinghi all’avanguardia, ha creato tre liste per chi va a vivere con se stesso: basic-media-avanzata. Di nicchia, certo, ma anche questo è business. “

Fonte: http://h24.myblog.it