Il tradimento? scientificamente inevitabile

husn01 Il tradimento è un «must biologico», sia per lui che per lei. Sperimentare nuovi partner non sarebbe dunque un vezzo da dongiovanni o da sciupauomini senza scrupoli, bensì una sorta di destino ineluttabile.

Con una differenza sostanziale fra uomo e donna: «Mentre il maschio è un poligamico seriale, cioè punta alla quantitá, la femmina mira alla qualitá ed è opportunisticamente poligamica».

A sintetizzare il concetto è Alberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta dell’Aispa (Associazione italiana di sessuologia e psicologia applicata), tra i relatori di un convegno all’ospedale San Carlo di Milano. «Giochi di coppia: libertá e tradimento tra norma e trasgressione» è il tema del summit organizzato da Aispa e San Carlo, rivolto a esperti e camici bianchi che, a vario titolo, si ritrovano ad ascoltare e gestire i tormenti più intimi degli italiani.

DARWIN E FECONDAZIONE – Per spiegare la «spinta genetica» alla scappatella extraconiugale, gli specialisti chiamano in causa Darwin. «Dal punto di vista neuroevoluzionistico – spiega Caputo all’Adnkronos Salute – la specie umana prevede legami a breve termine di tipo poligamico. La nostra specie è infatti caratterizzata da una bassa natalitá e da una bassa prolificitá, e dal fatto di avere una prole che necessita di cure parentali lunghissime», precisa lo psichiatra.

Per superare questi limiti, quindi, «il maschio deve assicurarsi le massime possibilitá riproduttive, diventando appunto un poligamico seriale, mentre la femmina ha il compito di assicurare la qualitá della progenie e pertanto si ritrova a essere opportunisticamente poligamica». In soldoni, però, il risultato finale non cambia: siamo condannati a tradire per ‘rimescolare le cartè dell’evoluzione e garantire un futuro alla nostra specie.

Un gioco delle parti in cui il maschio punta ad avere il numero maggiore possibile di partner, mentre la donna ne sceglie più d’uno con oculatezza. «Deve essere economicamente stabile», dice Caputo, ma anche fisicamente prestante «per la teoria del “papá sexy'” se la donna ha un figlio bello (da un uomo bello, marito o amante che sia), anche i suoi nipoti saranno belli, e così via». La sua progenie sará vincente.

OBBLIGHI SOCIALI – Nella vita di tutti i giorni, tuttavia, le cose non sono così semplici. A complicarle «è sempre il principio che la specie umana ha una bassa prolificitá – ribadisce Caputo – e mette al mondo figli bisognosi di cure parentali sempre più lunghe». In altre parole, sulla legge dell’amore libero finiscono per pesare mille deroghe, legate all’obbligo sociale di instaurare relazioni durature per creare una famiglia in grado di accudire la prole e mantenerla fino alla sudata indipendenza.

Ecco dunque che «i rapporti a lungo termine sconvolgono la spinta genetica alle relazioni poligamiche». E l’istinto di tradire deve fare i conti con la vocazione genitoriale, lo spirito di dovere e i sensi di colpa. Resta però il fatto che a madre natura non si comanda. A riaffermare le equazioni «maschio fedifrago seriale» e «femmina traditrice selettiva» ci pensano le altalene ormonali. «La spinta poligamica viene controllata dagli ormoni peptidergici – afferma lo psichiatra Aispa – E in particolare dalla vasopressina nell’uomo e dall’ossitocina nella donna. Questi ormoni modulano il delicato sistema della gratificazione di coppia», e in un certo senso lo dominano, lasciando maschi e femmine nell’impotenza totale.

SINDROME DA ASTINENZA – «È dei giorni scorsi – ricorda Caputo – lo studio che ha dimostrato come, nell’uomo, piccole alterazioni del gene della vasopressina determini il grado di fedeltá di coppia». Sull’ossitocina mancano ancora dati in tal senso, anche se «è stato osservato che, per esempio – racconta lo specialista – quando una persona viene accarezzata i livelli di ossitocina si impennano, mentre quando viene lasciata precipitano. In altri termini, l’amore è una droga e quando viene meno insorge una specie di sindrome d’astinenza».

CACCIA ALL’UOMO – Fra gli ormoni che interferiscono con il benessere dalla vita di coppia e con gli ‘appetitì del momento ci sono poi anche gli estrogeni nella donna e il testosterone nell’uomo. «Sappiamo ad esempio che, in corrispondenza del picco estrogenico, ossia a metá ciclo, nel periodo di massima fertilitá – evidenzia Caputo – la femmina assume un comportamento di ricerca di nuovi compagni. Inconsapevolmente, addirittura, tende a indossare gonne più corte.

E messa davanti a varie opzioni si sente più attratta da uomini con caratteristiche ipermascoline. Nelle altre fasi del ciclo, invece, al maschio supervirile preferisce l’uomo efebico». Strani scherzi li fa anche il testosterone. «Anche i livelli di questo ormone influenzano i gusti maschili in fatto di donne – assicura l’esperto Aispa – È stato osservato infatti che, quando il testosterone aumenta, gli uomini tendono a ricercare donne con tratti iperginoidi». Femmine «ad anfora» modello attrice anni ’50: vita stretta, fianchi larghi, seno prosperoso, movenze da pin up.

Fonte: http://www.ilbastiancontrario.it

Bibliografia

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