Quante volte mentre stavate parlando avete notato che il vostro interlocutore si accingeva già a rispondervi prima ancora della fine delle vostre parole? O che egli rispondeva sempre iniziando la frase con un “no”? O avete avuto anche solo la sensazione che le vostre parole stessero incontrando un muro di gomma contro il quale rimbalzavano senza sortire alcun effetto?
Ebbene, considerate che più alte sono le barriere, maggiore è la paura e il pensiero di essere vulnerabile del vostro interlocutore. Egli teme fortemente che le sue convinzioni siano messe in discussione. Le sue convinzioni costituiscono, come per tutti, il punto di riferimento nella vita utile a filtrare le esperienze e scegliere le azioni più opportune per la propria sopravvivenza ed egli non è certo disposto ad esporle ai colpi dei vostri ragionamenti per quanto ben argomentati e documentati. Anzi, proprio per evitare questo rischio, egli si premunisce arrivando al duello della discussione già bardato della sua armatura impenetrabile, meglio non correre rischi …
Ma le vostre parole non mettono in pericolo soltanto la struttura razionale del suo pensiero, esse possono avere anche un effetto più profondo e sconvolgente. Possono cioè toccare quanto egli ha rimosso dalla mente cosciente per relegarlo nel profondo dell’inconscio. Si tratta di traumi psichici conseguenti ad esperienze passate che egli si è illuso di poter seppellire nell’oblio. Le vostre parole hanno la forza di smuovere e portare a galla qualsiasi emozione ancora presente nel vostro interlocutore, che lo voglia o no. Riescono infatti a penetrare ogni barriera ed il loro effetto dirompente può solo essere vissuto e manifestato o, ancora una volta, rimosso e immagazzinato come energia potenziale sempre pronta a trasformarsi in azione e reazione.
Quando le parole sono rivolte a noi e ci riguardano, l’ascolto profondo e la debita riflessione richiedono dunque che noi si sia aperti a lasciar entrare nella nostra mente conscia, così come nel nostro inconscio, le loro vibrazioni. Ascolto profondo significa proprio non opporre alcuna barriera a tali vibrazioni, senza filtrarle con la mente e senza impegnare quest’ultima nella elaborazione della risposta prima ancora che siano terminate. La debita riflessione è invece una semplice attività di ascolto di ciò che avviene dentro di noi. qual è l’effetto di tali parole su di noi? Quale la reazione nel nostro corpo? E’ localizzata in un punto specifico, magari un organo? Quali memorie vengono evocate? Quali pensieri ne conseguono?
Più notiamo un’attività interna al nostro corpo ed alla nostra mente, più possiamo affermare con sicurezza che quelle parole “hanno colpito nel segno”, ovvero hanno messo in vibrazione, con un effetto di risonanza, qualcosa che era già dentro di noi. La prima conseguenza di ciò è che ogni reazione conseguente a tali parole porterà con sé, inevitabilmente, i pensieri, le emozioni e dunque l’energia smossa. La mente, attenta ad evitare ogni atteggiamento autodistruttivo, si guarderà bene dall’identificare in qualcosa che ci appartiene l’origine del nostro malessere, individuandola piuttosto nell’interlocutore, che a quel punto viene spersonalizzato e sostituito da una nostra proiezione, e dunque merita di essere punito con la nostra reazione.
Maggiori sono la paura e il pensiero di vulnerabilità, minore é l’ascolto profondo. Più traumi conserviamo perché rimossi, minore sarà la debita riflessione. Più siamo sicuri nel nostro potere, più possiamo permetterci di ascoltare senza replicare. Più abbiamo rilasciato l’energia trattenuta e inespressa, meno la nostra reazione sarà compulsiva e proiettiva.
Più siamo nell’amore meno abbiamo bisogno dell’ascolto profondo e della debita riflessione.
Eugenio Vignali