Il linguaggio della seduzione

sureromanceSedurre è un gioco e al tempo stesso il tipo di interazione interpersonale più densa di minacce, tranelli e travisamenti: le dichiarazioni vengono sottintese, i gesti vengono eseguiti in modo volutamente equivoco, un’azione viene spesso seguita da un’altra che la contraddice.

Nel corteggiamento l’ambiguità tiene banco e la fa da padrona. E non per niente. Sia l’uomo che la donna temono l’incontro intimo: sono sospettosi, circospetti, hanno paura di fare brutta figura, di svelare troppo di se stessi e sentirsi così esposti, di essere raggirati o che si approfitti di loro. Per la donna la posta è ancora più alta per il rischio della gravidanza.

E’ per questo che, in questo genere di cose, ci si va in genere molto cauti, le mosse sono quasi sempre coperte e la partita si gioca soprattutto sul piano del linguaggio corporeo.

In questo le donne sono generalmente più scaltre e raffinate dell’uomo; gli studi più recenti mettono in luce come è pressoché una regola che sia la donna a fare la prima mossa in un modo così sottile da passare quasi inosservato: guardandosi con apparente indifferenza, ma ripetutamente, attorno; muovendosi con disinvoltura in una sala, attenta ad esaltare il saliscendi dei fianchi; avvicinandoci ad un uomo e stazionando a circa un metro da lui; lanciando brevi occhiate, seguite dal distogliere lo sguardo. L’uomo a quel punto, prende l’iniziativa, ma in realtà è stato indotto a farlo dalla controparte.

Quando ad “aprire le danze” é un rappresentante del sesso forte e si trova a dover interpretare consapevolmente i segnali di una donna, spesso prende delle clamorose cantonate.
Lo dimostra chiaramente una recente ricerca condotta da Robyn LcBoeuf e Leif Nelson, ricercatori alla Princeton University.

Gli studiosi hanno chiesto a 255 adulti di leggere le descrizioni di alcuni comportamenti tipici di un uomo o di una donna, e degli stessi partecipanti alla ricerca.
Successivamente é stato chiesto loro di valutare, su una scala da 1 a 7, “quanto fosse sessualmente disponibile chi metteva in atto quei comportamenti”. Il risultato ha messo in evidenza che la mente maschile tende a giudicare queste situazioni in modo stereotipato e “a senso unico”.

L’esito ha infatti dimostrato che gli uomini hanno sovrastimato l’interesse sessuale delle donne, sia rispetto alla valutazione fatta dalle partecipanti che giudicavano l’atteggiamento di altre donne, sia rispetto a quella delle donne che valutavano se stesse.
Un errore sistematico e costante, insomma. «Il meccanismo mentale degli uomini» puntualizza LeBoeuf «é più o meno questo: se io sorrido ad una donna, significa che intendo fare sesso con lei. Perciò se lei mi sorride, vuol dire che anche lei è di questa idea”.

E’ un ragionamento molto elementare e grossolano, ma in effetti sembra che molti uomini la pensino proprio in questo modo.

In questa gestione della comunicazione, soprattutto non verbale, la bellezza è un fattore, secondario: è stato scientificamente dimostrato, come ragazze e donne che abbiano un repertorio di segnali più grande e una maggiore dimestichezza nell’impiegarlo, siano più corteggiate e desiderate di altre, magari più avvenenti, ma meno “astute”.

Le armi della seduzione maschile sono invece sparute e quasi sempre “a salve”: un tipico pavoneggiamento maschile é mettere in evidenza i muscoli; a questo fine può sollevare le maniche della camicia, massaggiarsi il collo con la mira occulta di esibire il bicipite, passare la mano sul torace.
Un’altra tattica é quella di mostrare pose dominanti: così mentre parla con lei tiene i piedi scostati (o le gambe larghe) e mette le mani sui fianchi; oppure, fa scivolare la mano sulla coscia o, ancora, esibisce simboli del potere, cioè simbolismi a forma fallica; ad esempio, fa scorrere le dita su un bicchiere in senso verticale, tiene una penna eretta, arrotola un pacco di fogli o un giornale e lo appoggia sull’addome.

Queste “sottigliezze” di solito non producono grandi entusiasmi nel “pubblico” femminile, ma é ciò che di meglio l’uomo sa fare. Di tutt’altra pasta é il repertorio dei segnali di interesse delle donne: é vario, sofisticato, raffinato … e soprattutto efficace. Vediamo allora un decalogo delle malizie femminili per svelarsi al prescelto, seguito da un’elenco dei segnali che “invitano” il pretendente a fare marcia indietro:

Dieci segnali per capire se lei “ci sta”:

1) Si mette in mostra: ruotando lo sguardo in giro, spostandosi di frequente e accentuando le pose e le movenze più femminili.
2) Mantiene lo sguardo per un attimo, quando viene guardata;
3) Se lui si avvicina, tiene il corpo orientato nella sua direzione e, contemporaneamente, abbassa lo sguardo con fare “timido”.
4) Anche se lui dice qualcosa di scontato alle prime battute, lei sorride e porta sempre nuovi argomenti di conversazione.
5) Lo tocca con dei pretesti come per aggiustargli il colletto o per attirare la sua attenzione, mantenendo poi il contatto per qualche secondo;
6) Nel conversare, espone il palmo della mano e piega il polso all’indietro o si tocca il petto o la spalla con il polso piegato;
7) Si accarezza l’avambraccio o si ravvia i capelli;
8) Soprattutto durante il contatto visivo, si passa la lingua sulle labbra o tiene un dito in prossimità della bocca mentre lo ascolta;
9) Porta più volte lo sguardo alle sue mani e alle sue labbra (esprimono il desiderio di toccare o di baciare);
10) Si inclina verso di lui con il busto e socchiude leggermente o per qualche istante gli occhi (indica disponibilità e arrendevolezza).

Dieci modi di “dire no”, senza dirlo::

1) E’ sempre incollata alle amiche o al gruppo con cui esce.
2) Volta la testa o lo sguardo non appena si accorge che lui sta guardando;
3) Lo guarda fissamente negli occhi se lui fa cenno di farsi avanti;
4) Da troppo peso alle battute d’esordio e rimbecca l’interlocutore se dice qualcosa di ovvio o di poco originale;
5) Tiene le braccia conserte mentre dialoga con lui;
6) Fa con grande frequenza gesti come sfregarsi il naso, togliersi pelucchi dalla maglia o spazzolare la cenere dal tavolino;
7) Tiene il busto rigido, l’espressione neutra e non annuisce quasi mai
8) Se lui fa un complimento, mostra un’aria scettica o mette in dubbio la sua sincerità;
9) Si scosta o tira indietro testa o tronco se lui si fa più vicino;
10) Sin dall’esordio della conversazione, gli racconta subito fatti ed esperienze piuttosto personali.

Marco Pacori, Psicologo-Psicoterapeuta

Fonte: http://www.linguaggiodelcorpo.it