Le parole giuste

Parlando, parlando… quali sono le parole giuste per ogni occasione? Le parole per tutti i giorni, per tutti gli interlocutori, semplicemente, non esitono! Una delle prime regole della comunicazione, infatti, è: <scegli le parole che piacciono al destinatario del tuo messaggio>.

Quando parliamo con qualcuno, la prima cosa da fare è spedire il messaggio nella porta giusta. I cinque sensi sono le nostre finestre sul mondo, le nostre porte percettive spalancate sulla realtà esterna. La Programmazione Neuro-linguistica ha elaborato un modello che identifica tre tipi “umani”, ovvero tre principali gruppi di persone che interpretano la realtà secondo un canale sensoriale: il Visivo, V, l’Auditivo, A, ed il Cinestesico, K. Quest’ultimo fa riferimento alla preferenza per il tatto, il gusto e l’olfatto.

Ogni canale sensoriale ha le sue parole preferite. Se stiamo parlando con un Visivo, ad esempio, quali saranno i punti cardinali di riferimento del suo mondo di percezioni? Le luci e i colori! Una persona che fa dei suoi occhi la guida per conoscere e sperimentare gli oggetti del mondo, come costruisce il suo linguaggio, i suoi messaggi? Con parole chiare a precise, che sanno di luci, prospettive e poligoni definiti. Facciamo qualche esempio dei termini che i Visivi amano sopra ogni cosa? Eccoli qui: vedere, guardare, definire, luce, colori, prospettiva, osservare, sguardo, delineare, tracciare, dipingere, disegnare… Chi utilizza la vista come canale privilegiato, quindi, si aspetta di sentir parlare con questo linguaggio, perchè è quello che conosce meglio ed è quello che rappresenta nel modo migliore le forme dei suoi pensieri.

Un ragionamento analogo vale a proposito delle persone Auditive, ovvero quelle che descrivono le proprie esperienze soprattutto con termini come sentire, ascoltare, armonia, musica, parole, scrittura, lingua, traduzione, conversazione, audio, sintonizzarsi, cantare, leggere…

I Cinestesici, molto numerosi nella popolazione umana (circa il 40-45%), sembrano meno facili da individuare a prima vista, ma ci sono tanti segnali che portano dritti dritti alla loro “tribù”. Il loro universo semantico è fatto di parole come sensazione, emozione, toccare, concreto, pratico, sentimento, percepire, solido, sperimentare, sentire, costruire, tastare, abbracciare, approfondire…

Come forse avrai immaginato, i gruppi “sensoriali” hanno un modo molto diverso di comunicare. Può capitare, quindi, che l’incontro fra persone di gruppi differenti generi un groviglio di messaggi che finiscono nel vuoto. Se ognuno parla il suo linguaggio, infatti, sarà impossibile capirsi. E’ quello che succede tra due persone che parlano due lingue diverse, inglese e russo, italiano e francese: come si può comprendere senza una traduzione? Impossibile!

Allora, prima di tutto, mettiamoci in ascolto del nostro interlocutore per capire se è Visivo, Auditivo o Cinestesico. Afferrato questo gancio essenziale, saremo capaci di usare le parole che gli fanno comprendere al meglio quello che vogliamo dire.

Linda Scotti

Fonte: http://www.comunicobene.com