Cos’è l’ansia

Spesso si manifesta con una palpitazione, una forte sudorazione oppure una sensazione di “fiato corto”.

L’ ansia Aumenta improvvisamente, portandoci a pensieri di eccessiva preoccupazione per il futuro, paura di non poter o non saper fronteggiare i problemi e la vita di tutti i giorni, come le responsabilità sul lavoro e nella famiglia.

Alcune volte mandiamo dei segnali alle persone che ci stanno attorno, comportandoci in modo diverso ed insolito: muovendoci più in fretta, rosicchiandoci le unghie, fumando eccessivamente.

Non dimentichiamoci che il nostro corpo registra tutto, ricorda tutto.

Quando è il momento, fa lampeggiare un segnale sottoforma di dolore, di un disturbo, di una contrazione muscolare, per manifestare il problema dell’ ansia. Non basta correre in palestra sfinendosi di esercizi per scaricare la tensione, oppure prendere qualche pillola sperando che tutto passi.
Prima o poi il corpo rimanderà nuovamente il segnale, costringendoci ad ascoltarlo.

L’ansia è la risposta corporea a un disagio della mente, è un’emozione, una sensazione di apprensione molto spiacevole, di paura, di minaccia alla nostra integrità psico-fisica, spesso accompagnata da modificazioni somatiche.

Esiste anche un grado d’ansia “normale”, ovvero una risposta naturale dell’organismo a situazioni di stress o pericolo.

E’ quando questa risposta diventa eccessiva che l’ansia può divenire un grave problema, da non sottovalutare.
Un minimo di stato ansioso è incentivante per le nostre attività, ci permette di “rendere di più”, per esempio ci stimola a studiare di più in vista di un esame.

L’ansia “normale” è lieve e dura poco ed è proporzionata rispetto alla difficoltà che abbiamo di fronte: non diventa mai un ostacolo all’attività ma ci rende più pronti, attenti, efficienti.

Diventa un problema quando l’ ansia diventa molto intensa e sgradevole, si presenta costantemente e continuativamente, per periodi sempre più lunghi, iniziando a compromettere le nostre attività di tutti i giorni, come quelle lavorative ed i rapporti con colleghi e familiari.

Quando l’ansia smette di essere uno stimolo e diviene un vero e proprio disturbo, si parla di ansia patologica.

Schematicamente, le due tipologie di ansia (normale e patologica), si manifestano così:

Ansia normale

* intensità normale e proporzionata rispetto alla difficoltà da fronteggiare
* durata breve e limitata nel tempo
* assenza di sensazione di sgradevolezza o di sofferenza
* aumenta l’efficacia ed il rendimento delle nostre attività, non compromette quelle lavorative, né il rapporto con le altre persone.

Ansia patologica

*intensità eccessiva rispetto alla difficoltà da fronteggiare
*durata costante, ripetitiva e protratta nel tempo
*sensazione di disagio e di sofferenza
*ridotte capacità di concentrazione, memoria, efficienza personale
*difficoltà nei rapporti sociali.

L’ansia, come ogni sintomo di malattia, può avere diverse cause.

Il fenomeno dell’ansia è molto complesso poiché trae le sue origini da fatti individuali, familiari, genetici ed in via generale, agli eventi della vita.

L’ansia ha essenzialmente tre aspetti:

uno fisico, uno psichico, ed uno neurovegetativo.

*Sintomi psichici: sensazione di apprensione, paura, terrore, inquietudine, irritabilità, difficoltà di concentrazione e d’attenzione, pessimismo, sfiducia in se stessi e nelle proprie capacità, stato di preoccupazione continua ed ingiustificata, sensazione di pericolo, sensazione di mente confusa, insonnia, reattività eccessiva al minimo stimolo.
*Sintomi fisici: crampi allo stomaco, disturbi intestinali, respiro affannoso, tremori, giramenti di testa, tensioni e dolori muscolari, voce tremula, rossore del viso, facile affaticabilità.
*Sintomi neurovegetativi: senso di soffocamento, fiato corto, palpitazioni ed aumento del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, sudorazione, mani fredde o sudate, modificazioni salivari e bocca asciutta, vertigini, nausea, diarrea, senso di sbandamento, vampate di calore o di freddo improvvisi, bisogno di urinare spesso, etc.

L’ansia per sua natura è intensa e cresce rapidamente. L’ ansia ausa una diminuzione dei pensieri, della concentrazione e dell’attenzione, generando dei blocchi, impedendoci di pensare a come risolvere efficacemente le situazioni.
In realtà, non è un vero proprio blocco: quando siamo in uno stato ansioso, così come respiriamo più velocemente, pensiamo anche più velocemente; il fatto negativo è che ci focalizziamo solo sul problema, rivedendolo, rivisitandolo, cosicché l’unica via d’uscita che troviamo è la fuga.

Le persone ansiose sopravvalutano il potenziale dannoso e pericoloso degli eventi e sottovalutano la loro capacità di poterli fronteggiare e risolvere.

Dato che la persona ansiosa è portata a cercare una via d’uscita, ogni volta che in futuro sorgerà un nuovo attacco ansioso, la ricerca di quel comportamento di fuga che ha funzionato in passato sarà sempre più forte.

Non bisogna fare l’errore di sottovalutare i pensieri altamente distruttivi di una persona che soffre d’ ansia.

Tali pensieri possono aggravarsi e divenire disastrosi: pensieri di questo tipo accompagnano sempre una crisi d’ansia, fino a generare veri e propri attacchi di panico, avvertendo un presagio di conseguenze drammatiche, come un infarto, un ictus, addirittura la morte.

Fonte: http://www.iltuobenessere.com