Non esiste giusto o sbagliato

Non esiste giusto o sbagliato: il nostro giudizio sul comportamento altrui è questione di cultura.

Le differenze culturali fanno sì che percepiamo il comportamento di una persona in modo differente. Questo, quindi, ha poco a che vedere con la personalità della persona stessa.

Differenze culturali differenziano anche il giudizio sul comportamento delle persone: quello che quindi per qualcuno può essere sconveniente, o viceversa, per alti non lo è. Questa influenza culturale è molto radicata nelle persone, affermano gli scienziati, e questo va a sfidare la nozione di senso comune.

Per comprendere come il cervello influisca sulla percezione dei comportamenti altrui, i ricercatori dell’Università del Michigan hanno analizzato le onde cerebrali di soggetti di origine caucasica (come noi europei) e asiatica.
Partendo dal concetto sostenuto per decenni dalla psicologia che gli esseri umani trovano naturale osservare il comportamento di una persona e collegarlo alla sua personalità, gli scienziati hanno voluto approfondire per capire se e quanto questo fosse ancora valido.

Come forse si aspettavano, il dottor Jinkyung Na e colleghi hanno scoperto che invece è il background culturale a determinare il giudizio su una persona – che è diverso a seconda dei soggetti che lo emettono nonostante l’altro si comporti sempre allo stesso modo.
«Per esempio, quando si vede qualcuno che offre il posto a sedere a un anziano su di un treno, è possibile saltare alla conclusione che tale persona è molto carina e gentile – spiega Shinobu Kitayama co-autore dello studio – Ma il comportamento può essere motivato da altre cose. Per esempio, forse il suo capo può essere su questo stesso treno, o ci potrebbero essere regole sociali molto forti che hanno portato il giovane a cedere il suo posto».

In questo loro studio i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di studenti europei, americani e asiatico-americani. A loro è stato detto di memorizzare volti e comportamenti di alcuni soggetti.
Per esempio, hanno fatto osservare loro il volto di una donna e poi leggere che questa donna controllava l’efficienza dell’allarme anti-incendio ogni sera prima di andare a letto. Nella seconda fase dell’esperimento gli scienziati hanno notato le differenze tra gli europei e gli americani nei confronti degli asiatici: i primi si erano già fatti un’idea o avevano espresso un giudizio sulla personalità della donna, ritenuta probabilmente ansiosa e nevrotica, durante il primo esercizio di memoria; al contrario, gli asiatici non lo avevano fatto.

Lo studio, i cui risultati verranno pubblicati su Psychological Science, mostra come l’influenza culturale possa fare la differenza nei giudizi sugli altri, prima ancora che questi attuino diversi comportamenti. E, quand’anche mostrino comportamenti uguali, i giudizi possono essere comunque diversi. E tutto questo è stato dimostrato scientificamente in modo visivo dall’osservazione delle reazioni cerebrali. Difatti, quando agli europei e gli americani è stato mostrato come la personalità della donna oggetto del test fosse quella di una persona coraggiosa e intrepida, una determinata area cerebrale si è attivata in risposta alla sorpresa di scoprire che la donna era diversa da come se l’erano immaginata in base a un comportamento giudicato prudente o nevrotico. Questo non è accaduto con gli asiatici che, invece, non avevano desunto che il comportamento della donna potesse essere nevrotico o prudente.
«Questo dimostra che vi sono reali differenze culturali nel modo in cui le persone percepiscono gli altri», ha dichiarato Kitayama.

Quindi, prima di giudicare una persona dal comportamento che vediamo, proviamo a pensare se questo ha a che fare con il nostro modo di vedere il mondo che, come abbiamo visto, non è necessariamente quello giusto, e uguale per tutti. Forse potremmo rimanere sorpresi nello scoprire che spesso le persone non sono come ce le immaginiamo.

Fonte: http://www3.lastampa.it

Bibliografia