Se mangi meno il cervello migliora

Lo ripetono ormai in molti, è fondamentale ridurre la quantità di cibo ingerita durante la giornata. Oltre a uno specifico filone di ricerca che punta sulla messa a punto di un regime alimentare a scartamento ridotto per allungare la vita media delle persone, ora arriva anche la conferma di un nesso fra diminuzione della quantità di cibo ingerita e miglioramento del livello di plasticità del cervello.

La relazione emerge da una ricerca condotta da scienziati dell’Istituto di neuroscienze del Cnr in collaborazione con alcuni colleghi della Scuola normale superiore di Pisa, che hanno pubblicato gli esiti della loro sperimentazione su Nature Communications.
Maria Spolidoro, una delle autrici della ricerca, spiega: “si tratta di un progetto di ricerca di base effettuato su un campione di ratti adulti. La metodologia è semplice: abbiamo alimentato le cavie un giorno sì e uno no. La plasticità è una caratteristica tipica dei cervelli giovani, nelle prime fasi di sviluppo, e si riduce durante l’età adulta. Attraverso test specifici abbiamo notato, al contrario, che seguendo questo particolare regime alimentare, la plasticità cerebrale aumentava”.

Naturalmente, un eccesso può produrre effetti indesiderati: “la mancanza di cibo eccessiva o prolungata può avere effetti diametralmente opposti, causando un grave stress, e quindi danni enormi, al nostro organismo”. Una delle possibili applicazioni della ricerca riguarda anche il campo della riabilitazione, come spiega Spolidoro: “l’alimentazione rientra in un ambito molto delicato ma trovare un metodo per aumentare la plasticità del cervello è importante: penso ad esempio al campo della riabilitazione dei pazienti affetti da ictus o ischemie. In un futuro potrebbe essere che per i pazienti ospedalizzati e sottoposti a trattamenti di riabilitazione sia previsto anche uno specifico regime alimentare”.

Fonte: http://www.italiasalute.it

Bibliografia