La gentilezza come espressione della legge dell’armonia

Attributo sfuggente “gentile“, che nella storia si è ammantato spesso di significati molto diversi fra loro.
Gentile era, presso i Romani, l’appartenente ad una Gens, raggruppamento di famiglie unite tra loro da un nome comune e dalla discendenza da un capostipite unico. Oltre ai membri delle suddette famiglie, la Gens annoverava anche, fra i suoi membri, i loro schiavi e clienti. I Gentili erano uniti da tenaci vincoli di solidarietà e da obblighi di reciproca assistenza, con assemblee proprie, in cui si decideva tutto ciò che riguardava la comunità.

Col tempo, nella sua accezione separativa, acquisì il significato più ampio e più generico di “popolo” o “nazione”, tanto da indicare infine i non romani. Sotto questa accezione, nella Chiesa primitiva, sull’esempio dell’uso ebraico di chiamare “popoli” tutti i non ebrei , fu usato per designare i cristiani non ebrei in contrapposizione ai cristiani ebrei. Infatti, San Paolo fu chiamato l’apostolo dei “gentili”. Su questa linea di evoluzione, nella tradizione ebraica post-testamentaria, il termine divenne sinonimo di “cristiani”, per acquisire anche accezioni riguardanti appartenenti a fedi diverse da quella ebraica.

Vediamo quindi che la storia dei significati di questo termine è la storia stessa delle comunità umane, in cui dapprima la cura della solidarietà era racchiusa nell’ambito strettamente familiare, per poi aprirsi, con la crescita politica dei popoli, verso coloro che condividevano gli stessi modi di vivere o gli stessi credo religiosi.
Si è quindi giunti nel tempo, per irrigidimento del significato, ad indicare anziché l’appartenenza, la estraneità , la diversità, l’esclusione dalla comunità.

Strano viaggio di una parola, che partendo da un’espressione di solidarietà giunge al suo opposto, al rifiuto. Un lungo viaggio nei secoli, in cui però anche questa accezione negativa si sgretola, tornando ad un significato aderente all’espressione di solidarietà iniziale, che perde però ogni chiusura comunitaria e diventa col termine “gentilezza” azione di solidarietà, sostegno ed empatia che chiunque rivolge a chiunque. Siamo giunti infatti, nel nostro viaggio all’interno dell’evoluzione di una parola come esteriorizzazione dell’evoluzione stessa dell’uomo, all’Era dell’Acquario, nella quale, fermando la sguardo interiore nella visione futura, si dovranno realizzare i “giusti rapporti umani“.

E in quest’ottica, essere gentili significa essere amorevoli; significa offrire una relazione in cui il riconoscimento del valore umano dell’altro fa in modo che anch’egli riconosca in sé questa dignità, unitamente alla propria identità ,ruolo e funzione, e che ciò lo aiuti a realizzare “sé stesso”; significa donare all’altro, che ” altro ” non é, il meglio di noi stessi e con quest’atto diventare coscienti di ciò che è il ” meglio di noi “, approfondendo così la conoscenza delle nostre potenzialità e l’amore verso noi stessi; significa aprire il cuore a ciò che condividiamo e che ci unisce, il seme profondo della nostra umanità, che ci dice che questa è ora la nostra Gens, la nostra famiglia, e che amare il prossimo tuo come te stesso è l’eredità genetica di ogni figlio di Dio, è insito nel suo evolversi fra ciò che si evolve, spinto, nonostante tutto, in avanti dall’impulso iniziale del primo soffio di vita.

Come il raggio che caratterizza l’espressione dell’essere vivente porta in seno le caratteristiche degli altri sei, così la gentilezza, attributo della Legge d’Armonia, non può esprimersi senza il rispetto, la simpatia, la dolcezza e tutte le altre venature che ne fanno risaltare la qualità in ogni occasione.
L’uomo gentile lo è sin dal suono dei suoi passi ed è destinato ad armonizzarsi fino al punto di far della sua vita pura poesia. Gentilezza nei modi, nei toni, nei suoni, nelle attese e nelle azioni. La gentilezza è la Vita che invita la vita stessa a danzare ad un ritmo tale che bellezza e pace risuonano fino a spegnere ogni eco disarmonico.

Tutte le leggi della Vita hanno un fondamento di gentilezza perché l’armonia è in Loro. Ad esempio è gentile il karma con gli esseri viventi più di quanto a volte, per ignoranza o superficialità, essi sono portati a valutare, perché come tutto anche la legge di Causa-Effetto, di Espiazione, è soggetta alla Legge Suprema: l’Amore.
Così per risonanza sono invitati alla gentilezza gli esseri umani. Nel rimprovero, nel monito, nell’indicar la via, nel saluto e nella descrizione, nel dir la verità o nel tacere, la gentilezza ha il dono di rendere irresistibilmente degno il messaggio e il messaggero.

Guardare alla gentilezza con cui il Creato risponde agli umori umani significa comprendere con quale armonia l’uomo deve intendere ed accettare la prova e il proprio mondo di appartenenza. Per contribuire a far della Vita l’opera d’arte quale in realtà già è.
Essere gentili è come aprire la porta della propria anima: ci protendiamo verso l’altro in un abbraccio amorevole donando la nostra disponibilità ad accoglierne la sua natura, sia che appartenga al regno umano, animale, vegetale o minerale.
Un atto gentile è una dichiarazione d’amore: è costruire un ponte che ci consente di comunicare, confrontandoci con l’altro da noi e al contempo riconoscendo la nostra comune appartenenza al Tutto.

La natura della gentilezza è circolare in quanto, essendo essa stessa espressione di volontà di bene e di armonia interiore, genera benessere che ritorna come un boomerang arricchito di forza e potenza; in questo modo il confine tra la nostra personalità e l’Anima diventa sempre più sottile.
Essere gentili è quindi una grande responsabilità che noi abbiamo non solo nei confronti di noi stessi, ma anche verso i nostri fratelli al fine di costruire la pace e vestire ogni nostro atomo di luce in Cristo.

Appendice d’astrologia esoterica.

Venere, Signora della Gentilezza, nasce dal Mare, sorgente di Vita; domina il Toro, l’amore passionale, la Bilancia, Armonia e Comprensione, che salva dalla passione. Venere, amante di Adone, l’affetto e la purezza, governa esotericamente i Gemelli, le Colonne del Tempio, la dualità inerente alla manifestazione, per insegnare agli uomini come raggiungere l’equilibrio e liberarsi dalle limitazioni del regno umano e salire verso la vibrazione spirituale.
Venere, coesione di Armonia, Bellezza, Generosità, Disponibilità, Dolcezza, Sensibilità, agente di sintesi, ha la funzione di fondere ed armonizzare gli opposti , le Colonne Gemellari. Ella spinge quindi l’uomo a vivere i rapporti personali con gli altri all’insegna della gentilezza, del dono di sé, del sorriso, dell’attenzione costante verso il prossimo.

Sorella maggiore della Terra, responsabilizza nell’uomo la capacità d’amare e mette in evidenza in lui il bisogno di unione , di fusione, di attrazione, di scambio tra l’io ed il tu, non per esorcizzare la paura di solitudine ed i propri limiti ma per imparare a dare per dare, per capire l’importanza del servizio alla società , all’umanità, unendo Mente e Cuore.
L’astro più luminoso del nostro Logos Solare ci regala dei doni speciali alla nascita ma nell’Al di là dobbiamo rendere conto di “quello che abbiamo seminato e raccolto”.

Fonte: http://www.italiadonna.it

Bibliografia