La via della sensualità

Sentire il mondo con la pelle e fare attenzione ai messaggi dei sensi permette di attingere all’antica saggezza del corpo, quella che ci insegna a dare un senso alla nostra presenza nel mondo e ci ricollega alla vita.

La riconosciuta e comprovata identità tra materia e spirito, a partire dalla famosa equazione di Einstein, sta avendo risvolti inaspettati in tutti gli ambiti della cultura. Il corpo non è più l’ignobile somaro che trasporta l’anima, ma diventa la componente più densa, visibile e tangibile di un sistema molto più complesso che noi chiamiamo “io”, di cui solo il corpo è visibile, ma che include anche altri corpi sottili, in cui si riflettono emozioni, mente e spirito, componenti di noi stessi via via più sottili.

Messo ormai definitivamente da parte il mito cartesiano che divideva la realtà in due, res extensa da una parte – la materia – e res cogitans dall’altra – lo spirito – il corpo ritrova tutta la sua importanza e dignità, senza per questo trovarsi in contraddizione con qualsiasi via di ricerca e di realizzazione spirituale. Una volta riconosciuto infatti che la realtà è essenzialmente una, ed è una realtà energetica, occuparsi bene del corpo diventa il primo passo per occuparsi bene dell’anima.

Il cammino spirituale non procede più dal basso verso l’alto, ma dall’alto verso il basso, per spiritualizzare la materia, per lavorare con la consapevolezza delle leggi più alte sugli aspetti più densi e grossolani della manifestazione, per rendere concrete e presenti nella vita quotidiana le idee più alte e più belle su ciò che la vita dell’uomo sulla terra potrebbe essere.
Cura di sé e degli altri, ricerca del benessere e soprattutto della bellezza diventano così strumenti d’azione concreti per un processo di innalzamento verso una comprensione via via più chiara anche dei livelli superiori dell’esistenza.

Questa “rivoluzione copernicana” nei confronti del corpo, in relazione allo spirito, è uno dei grandi cambiamenti in atto nell’ambito del contemporaneo passaggio da una visione analitica e meccanicistica della realtà  a una visone sintetica e olistica in cui si scoprono profonde interazioni tra diversi aspetti di noi stessi e diversi livelli di realtà prima ignorate.

Il corpo è stato così liberato da un giogo durato molto a lungo nella nostra civiltà occidentale, in cui era visto come limite, come un peso, come qualcosa di impuro, di cui vergognarsi, da nascondere. La nostra è stata una civiltà che ha sviluppato la mente, ma che ora si sta rendendo conto dei limiti di questa concezione di sé improntata dal mitico “Cogito ergo sum”, come se il pensiero fosse l’unica facoltà importante dell’essere umano e non solo “una” tra queste.

Per il nostro stesso equilibrio, oggi più che mai, è importate diventare consapevoli dei forti legami che ci legano alla terra e al cielo, ritrovando il corpo come interlocutore con l’aspetto più concreto della realtà e ritrovando il contatto con la nostra anima, interlocutrice con gli aspetti invece più sottili. E l’anima la potremo ritrovare proprio a partire dal corpo, reimparando a sentire, ad assaporare, a godere di ogni aspetto della vita che stiamo vivendo senza lasciarci ingolfare i canali percettivi dai pensieri!

Ritrovare i sensi ci mette più profondamente in comunicazione con la realtà, recuperare la nostra innata capacità di “sentire” il mondo colma quei vuoti esistenziali che nessun buon film e nessuna automobile ultimo modello potrà mai soddisfare. Quello che manca attualmente è “il senso del senso della vita” e non va cercato soltanto in belle idee e in percorsi spirituali sempre più esotici, ma in una sano immediato contatto con tutto quanto la realtà, proprio la realtà materiale, ci offre.

La sensualità può anche diventare una via di ricerca spirituale, e il Tantra ce ne offre un esempio concreto. Sensualità è la capacità di provare piacere nelle piccole cose, nella brezza sulla pelle, nel profumo di un fiore, nei riflessi colorati sull’ala di una farfalla. E’ un senso da sviluppare perché in noi è spesso quasi atrofizzato. Il nostro palato è corrotto dai sapori forti, la nostra pelle è richiusa in abiti sempre più impenetrabili al sapore del mondo, le nostre narici non vengono mai stimolate e le orecchie sono spesso stordite, troppo per cogliere i delicati suoni dello scorre dell’acqua…

Sensualità è una facoltà da recuperare per permetterci di vivere in un mondo di cui impariamo a parlare lo stesso linguaggio, è l’intelligenza del corpo, quella più antica, quella più rodata, quella che sulla vita la sa più lunga e quella che, se ascoltata, meglio della sola mente – conquista recente nella storia dell’umanità – saprà difendere gli interessi della vita evitando per esempio che determinate scoperte scientifiche vengano utilizzate solo a scopo di lucro, ritorcendosi contro la vita stessa.

La via della sensualità è quindi una via di amore per la vita, che ci può anche portare verso orizzonti sempre più vasti, insegnandoci a tenere i piedi ben saldi sulla terra.

Marcella Danon

Fonte: http://www.lifegate.it

Bibliografia