La gentilezza un sentimento da osare

È la cosa che ci manca di più. In un mondo sempre più aggressivo e competitivo in cui l’indifferenza e la prevaricazione la fanno da padrone, la gentilezza sembra essere sinonimo di debolezza.

Eppure è esattamente il contrario; è un atto di eroismo, un sentimento da osare di fronte al raffreddamento globale dei sentimenti.
La gentilezza è, in realtà, una forza potente che, esercitata in modo costante, fa vivere meglio sia noi che gli altri, cioè, sia chi la pratica che chi la riceve. E’ una forza rivoluzionaria che può davvero cambiare la nostra vita, chi ci circonda, quindi il mondo intero.

Il Dalai Lama lo ribadisce da tempo: “Kindness is my religion”, la gentilezza è la mia religione. Ovviamente non ci riferiamo alla gentilezza di facciata, a quella praticata per interesse, allo scopo di ottenere qualcosa. Ma a quella che va oltre il gesto formale ed è apertura ed attenzione verso l’altro. Certo, il Dalai Lama è un modello difficile da imitare; ma la gentilezza, in realtà, sopravvive in mille piccoli gesti quotidiani: raccogliere da terra un oggetto caduto, ricambiare un sorriso, scambiare qualche battuta in fila al supermercato, tenere la soneria del telefono bassa in un luogo pubblico… tutti gesti di rara gentilezza.

Certo, non è sempre facile essere gentili. In una società in cui dominano i rapporti di forza e in cui si deve sgomitare per farsi rispettare, la gentilezza viene continuamente messa alla prova. A volte genera perfino diffidenza e sospetto; si teme che dietro un atteggiamento gentile, possa nascondersi qualcosa. In realtà, questo accade perché siamo sempre sulla difensiva.

Ma essere gentili ripaga sempre. Gli esperti affermano che non si può essere gentili se non si ha una buona immagine di sé e una reale autostima. I neuroscienzati hanno scoperto che  la stessa struttura del nostro cervello lo rende socievole.

La recente scoperta dei neuroni specchio ha dato spiegazioni scientifiche ed affascinanti sui meccanismi dell’empatia. Dunque, in questa visione, la gentilezza diventa una forma di intelligenza sociale. Che risuona in chi la vive e la pratica. Ne era convinto il grande maestro della non-violenza Gandhi, quando affermava che : “ La fragranza rimane sempre nella mano di chi porge la rosa”.

Fonte: http://www.demetraviva.it

Bibliografia