Affrontare serenamente la trasformazione della coppia

Una comunicazione chiara, comprensiva e amorevole permette di affrontare serenamente e senza traumi l’inevitabile processo di trasformazione nel rapporto di coppia tra l’uomo e la donna.

Stiamo assistendo a profonde trasformazioni nei rapporti di coppia, sia per l’emergere di una maggiore libertà sessuale, sia per la crescente intolleranza degli individui verso i vincoli, gli obblighi, le formalità e anche se molti ancora si sposano, si trovano poi spesso a separarsi. Aumentano i conviventi e i single, ma anche per loro il rapporto di coppia è sempre più difficile da vivere: incomprensioni, litigi, crisi sono sempre più frequenti, mentre la durata delle relazioni diminuisce vertiginosamente.

Ma perché tutto ciò accade? Quali sono le cause di questo fenomeno che genera grande sofferenza individuale e sociale? La questione è complessa e varie le cause.
In primo luogo l’analfabetismo emotivo-relazionale dei partner – entrambi – e la latitanza della società, che non fa niente per educare le persone alla buona comunicazione, alla consapevolezza dei sentimenti e delle emozioni, alla gestione costruttiva dei conflitti.

In secondo luogo il fatto che nonostante tutto sia cambiato, intorno e dentro di noi, il matrimonio ha mantenuto saldamente la sua identità arcaica, inadatta a soddisfare i bisogni e le aspirazioni attuali – che non sono più quelle del passato, quando ci si sposava per mettere su famiglia e fare figli, per acquisire uno status sociale, per guadagnarsi una certa indipendenza dalla famiglia di origine – ma riguardano soprattutto il benessere affettivo, sessuale e materiale.

Inoltre la relazione di coppia comporta oggi anche un confronto di personalità e di mentalità e non è un confronto facile, perché l’uomo e la donna hanno due modi di vedere le cose e di comunicare molto diverso, e nessuno ci ha mai spiegato questa diversità, che può essere fonte di grande arricchimento se la si sa affrontare ma anche di grande sofferenza se invece la trascuriamo.

Un altro importante fattore riguarda le aspettative verso il partner, spesso eccessive: “Che cosa farai per me? Mi aiuterai? … Mi farai sentire bene? Realizzerai i miei sogni? Sarai il padre che io non ho potuto avere, la madre che non ho avuto? Adesso che mi sono innamorato di te, tu hai il dovere di far scomparire le mie sofferenze. Ascoltami, guariscimi, fammi stare bene.”

Se comunicassimo con maggiore chiarezza capiremmo che il nostro partner si trova nella nostra stessa situazione, che non ha il potere magico di guarire le ferite affettive della nostra infanzia e colmare i nostri vuoti esistenziali – né lui né nessun altro partner. Certo, se comprensivo e amorevole può esserci di grande aiuto, ma guarirle spetta a noi, intraprendendo un percorso di crescita personale o di psicoterapia a seconda della “profondità” delle ferite.

Enrico Cheli
Sociologo

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