L’arte del conflitto

celos7I conflitti sono un’esperienza ineliminabile, quotidiana e costante della nostra vita: ci si illude di poterli evitare per avere la pace, ma bisogna invece imparare a gestirli.

La repressione del conflitto, della divergenza, di solito porta alla guerra, non alla pace. Quando si invitano i bambini a non litigare, si sta in realtà dando loro una prescrizione impossibile. “State buoni”, “bisogna volersi bene”, sono frasi che ricorrono spesso, anche se servono solo a far sentire inadeguato chi non riesce ad armonizzarsi agli altri in quel momento.

E’ importante cambiare atteggiamento verso il conflitto, padre di tutte le cose, come dice Eraclito. Che può diventare uno spazio di possibile creatività.

Oggi più che mai sono necessarie competenze legate alla comunicazione e alla negoziazione, che consentano alle diversità di integrarsi e armonizzarsi incontrandosi sul piano simbolico, anziché combattendosi in soprusi e guerre.

In una società complessa, l’arte della convivenza è ancora molto da inventare.

Il disagio del conflitto nasce dal fantasma della separazione, dalla paura della fine del rapporto. Si preferisce evitare il litigio. Oppure nei gruppi, si finisce per entrare nella logica del branco, nel conformismo distruttivo, pur di eludere la divergenza, per timore dell’esclusione.

Un rapporto sano, invece, consente contrasti e confronti.

In un momento storico come questo, in cui ci si vuol illudere che ci sia un rimedio per tutto, una crema per ogni ruga, si cercano rapporti perfetti, lisci. E si soffre perché il conflitto è spesso un dato di fatto: a casa, a scuola, in ufficio, nel mondo.

L’accettazione del disagio inevitabile consente di accorgersi della necessità di imparare a gestirlo come momento di crescita.

Convivere con situazioni dissonanti, sapendo che spesso non c’è una soluzione, ma è possibile comunque una trasformazione.

Olga Chiaia

Psicologa Psicoterapeuta

http://www.lifegate.it/