Consapevolezza e apprendimento

Guardare un oggetto, venirne in contatto percependolo, avere la necessita di scoprire che cosa esso sia, è la radice fondamentale dell’apprendimento, che diviene conoscenza oggettiva. La conoscenza è il processo del sapere. L’educazione è un processo logico, che si muove da uno stadio all’altro in una sequenza logica, nell’ordine e nella disciplina.

Guardare sé stessi (soggetto che guarda soggetto l’ introversione), avere la necessità di scoprire chi si è, fa nascere una domanda metafisica : chi sono io? Questa è la radice dell’apprendimento della conoscenza soggettiva del sè.

Un viaggio verso una ricerca sincera che conduce alla realizzazione di sè stessi.

L’apprendimento nello Yoga è diretto al compimento logico di ogni processo in uno stato di pienezza, non solo nel movimento, ma anche nel percorso stesso e nella persona, che è il viaggiatore. E’ un processo di perfezionamento in tutte le attività fatte nel tempo e nello spazio, che si dissolve nell’esistenza non spaziale (infinito) e non temporale (eternità senza tempo).

Un giorno una persona si recò da Ramana Maharshi e gli disse: “Sono venuto da lontano per imparare  puoi insegnarmi?”. Ramana sorrise e rispose: “Se sei venuto per imparare, cercati un altro posto, dove ti insegneranno. Sai già anche troppo. Questo è il tuo problema. Se impari ancora, aumenteranno solo i problemi. Qui io faccio disimparare le persone, le faccio svuotare.”

Imparare utilizzando il corpo e la mente è la base dell’apprendimento. Il primo passo è divenire consapevoli dei bisogni primari del corpo, come la fame, la sete, il riposo, il movimento, i sensi e la percezione dei sensi, etc. Per questo si dovrebbe essere molto svegli, attenti al proprio corpo. La causa della perdita della flessibilità e il progredire della rigidità è dovuta alla nostra negligenza nel divenire consapevoli del nostro corpo con le sue giunture, muscoli, etc.

Prima di imparare le tecniche per eseguire movimenti o posture, l’ importante portare la consapevolezza al corpo in modo da ristabilire con esso un rapporto amichevole. Altrimenti, si userà il corpo per raggiungere dei risultati, e in questo processo verranno nutriti i desideri della mente, come il riconoscimento, l’orgoglio, l’autorità, la superiorità, la competizione, etc.

La mente ha i suoi bisogni primari. Il bisogno di avere qualcosa di esterno da percepire, da identificare, da relazionare ed esperire. Per questo motivo la mente deve stabilire un rapporto cosciente e amichevole con l’oggetto della percezione. Un rapporto ostile e non amichevole, critico con l’oggetto della percezione, priverà solo la mente di imparare a capire. Questo conduce all’ignoranza e al fraintendimento.

Per imparare è necessario essere in ordine con sè stessi. La tensione, lo stress, l’irrequietezza sono stati di disordine. Quando c’è disordine, la tendenza è quella di cercare piacere e intrattenimento. Se si è privati dell’intrattenimento, ci sarà ancora più tensione, più irrequietezza, causa di pensieri violenti e distruttivi.

Prima di recarsi in qualche luogo ad imparare, si ha il dovere di essere in ordine con sè stessi. L’insegnante può solo insegnare. Coloro che vogliono imparare devono preparare sè stessi per poter imparare, questo significa essere in ordine con sè stessi. Per imparare si deve possedere la fiamma dell’attenzione, totale attenzione. L’attenzione è soggettiva, è ciò che succede dentro sè stessi.

La mente che è sempre attenta a trovare errori, piena di opinioni preconcette, giudizi, non può essere attenta, e non potrà mai imparare perchè non può divenire consapevole dell’insegnante. Questo tipo di mente non dovrebbe mai andare in nessun luogo dove si insegna e si apprende, perchè questo creerebbe solo negatività.

Poichè apprendimento è acquisizione di conoscenza, si dovrebbe essere sinceri nell’esporre sè stessi alla giusta conoscenza, per una trasformazione interiore, una riabilitazione interiore. Si dovrebbe imparare a essere consapevoli della propria struttura interiore, attraverso la quale si è esposti alla propria dignità interiore. Sperimentando questo per mezzo della percezione diretta, si fa esperienza della ricchezza interiore, della pace, gioia e anima eterna, della realtà senza tempo.

L’insegnante diviene un maestro spirituale quando l’apprendimento è utilizzato per una trasformazione interiore. La perenne avidità nei confronti della conoscenza di tecniche, metodi, regole, idee e la ricerca di fama e gloria non hanno alcun senso.

Nella conoscenza oggettiva c’è sempre conflitto, differenza di opinione, superiorità, inferiorità, competizione, giusto e sbagliato, dualità senza fine. In tutto questo, rimane veramente poco tempo per l’apprezzamento. Che utilità c’è nell’uccidere sè stessi in nome di una disciplina!

Uno ha il diritto di essere fiero della propria disciplina utilizzando uno strumento esterno, sia questo uno strumento musicale come il violino, il flauto, il pianoforte o altri mezzi come il computer, etc. Ma come può la stessa persona essere fiera se non riesce a utilizzare il proprio corpo e la mente con disciplina. Anche quest’ultima è uno strumento. E’ possibile divenire consapevoli della perdita di disciplina in rapporto al corpo e alla propria mente, che è la causa della perdita di flessibilità, della bellezza del corpo e della felicità della mente? Divenire consapevoli di tutto questo è parte dell’apprendimento. La consapevolezza è l’anima dell’apprendimento. E’ ciò che dà il coraggio di includere e non di combattere per escludere. E dal contenuto dell’inclusione si dovrebbe prendere ciò che può essere utilizzato per una trasformazione interiore, per evolversi.

Senza questa trasformazione non esiste senso nell’apprendimento nemmeno nella vita. Il seme, che rimane solo come un seme, passando di mano in mano, da una generazione ad un’altra (tradizione) può solo aprirsi quando è piantato per germinare, per crescere, per schiudersi e fiorire. Possiamo vedere la bellezza e il senso nascosto in un seme.

Imparare per la conoscenza, raccogliere informazioni per la conoscenza, perchè alla fine rimanga solo conoscenza, non ha senso. Dobbiamo schiuderci e poi fiorire, per dare senso all’esistenza. Questo è imparare lo Yoga. Cerchiamo con sincerità di trasformare l’essere che è in noi a divenire umano; l’umano in umanità, l’umanità in divinità, fino a divenire parte dell’eternità. Il mondo è l’espansione del nostro corpo. L’universo è l’espansione della nostra anima. Si dovrebbe imparare a capire questo per far sà che la mente si espanda in libertà affinchè possa vedere chiaramente che l’universale è l’espansione dell’individuale.

John Bunyan nel suo libro, “Il viaggio del Pellegrino” dice: “perfino quando sei sicuro di essere alla porta del paradiso, potresti fare un passo e cadere in una buca che ti conduce all’inferno, proprio davanti alla porta del paradiso”.

Questa buca verso l’inferno è la nostra incapacità di superare l’interpretazione umana della natura dell’esistenza di Dio. Qualsiasi cosa intorno, è una nostra creazione di paradiso o inferno. Che possiamo imparare a creare il paradiso sulla terra.

Fonte: http://www.freebudo.com

Bibliografia