La sindrome da shopping

Consumismo e consumopatie
Una delle caratteristiche della società moderna è la presenza di un diffuso atteggiamento consumistico e di una tendenza ad incoraggiare il comportamento d’acquisto, spesso alimentando falsi bisogni che hanno gradualmente trasformato il possesso del prodotto in una vera e propria fonte di felicità, in uno strumento per costruire una identità sociale accettata e gradita, considerando lo shopping persino una tecnica per scaricare le tensioni di una giornata difficile.

Una conseguenza di questa condizione sociale generale è rappresentata dall’estrema difficoltà a segnare il confine tra acquisto normale e patologia dell’acquisto; pertanto i fenomeni di acquisto compulsivo, definiti anche consumopatie, come la sindrome da shopping, rappresentano spesso il risultato dell’incontro e intreccio tra una manifestazione del disagio individuale e uno stile di vita proposto, alimentato ed esaltato a livello sociale, in una società in cui si fa sempre maggiore spazio l’acquisto del superfluo.

Quantita’ e qualita’ degli acquisti nella sindrome da shopping
Lo shopping compulsivo o sindrome da shopping rappresenta un disagio psicologico e comportamentale caratterizzato da una tendenza a manifestare vere e proprie crisi di acquisto, una forma di mania delle spese che, nei primi anni in cui è stato descritta, ha fatto guadagnare a questo disturbo anche il termine di oniomania o mania del comprare (Kraepelin E., 1915).

Dal momento che la patologia, in questo caso, si innesca a partire da un comportamento normale e quotidiano, spesso questo tipo di disturbo rimane silente e non viene diagnosticato se non quando irrompe creando, come spesso accade, disagio psicologico-familiare o disastrose conseguenze economiche. Inoltre, la diffusa cultura dell’acquisto che connota l’attuale società spesso comporta delle difficoltà nel tracciare una netta distinzione tra coloro che acquistano, soddisfacendo anche i loro più piccoli desideri, e coloro che non riescono a gestire volontariamente i propri acquisti e che presentano un problema di compulsive buying che, in virtù del suo profondo legame con le caratteristiche consumistiche della società moderna, è stato anche definito eccessoressia .

Pertanto, spesso è difficile distinguere l’acquisto patologico da quello normale sulla base di criteri quantitativi e la diagnosi viene posta solo molto tempo dopo che il problema comincia a manifestarsi.

Le caratteristiche qualitative che contraddistinguono il problema risultano un metro più utile per riconoscere la presenza di questo tipo di disagio, fin dai primi momenti in cui comincia a manifestarsi. Esistono, infatti, alcune caratteristiche che contraddistinguono gli acquisti effettuati durante le crisi di shopping compulsivo , quali la tendenza a comprare soprattutto oggetti inutili e non indispensabili che, frequentemente, non si collegano ai gusti dell’acquirente, che sono spesso al di sopra delle sue finanze e che spesso sono varianti di una stessa categoria di prodotto.

La scelta degli articoli da acquistare spesso risponde ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire dall’esterno la propria identità, attraverso la proprietà in generale o la proprietà specifica di alcuni oggetti, individualmente o socialmente considerati come l’espressione di qualche qualità positiva e vincente. Una conferma della connotazione simbolica che spesso può assumere l’acquisto deriva da alcuni studi sulle tipologie di spese effettuate dagli individui affetti da sindrome da shopping; il valore simbolico va indotto soprattutto quando si osserva una certa ripetitività dell’acquisto di un certo tipo di prodotti, che vengono comprati come se si fosse alla ricerca di importanti pezzi mancanti di un puzzle interiore da completare.

A questo proposito, le donne sembrano maggiormente propense a comprare vestiti, oggetti e strumenti di bellezza; anche gli uomini acquistano prodotti legati alla cura del corpo, come capi di vestiario o attrezzature sportive complesse, ma sembrano ancora più propensi a cercare il possesso di simboli di prestigio sociale, come automobili o strumenti altamente tecnologici, quali computers e impianti audio-video, spesso riconducibili ai loro sogni professionali o sociali più alti e illusori.

Tratto da: http://www.benessere.com

Bibliografia