Fidarsi dell’inconscio

Alcune pratiche facilitano l’accesso a questa nostra parte profonda: una risorsa che ci farà da guida nelle situazioni di pericolo.

La parte conscia è quella responsabile della nostra pianificazione quotidiana, quella che ci fa sorgere tanti dubbi, quesiti a volte senza fine. E’ una parte da non buttare via, ma da integrare con la parte non conscia, più profonda, più in contatto con l’armonia e con la canzone dell’universo. Se vogliamo accedere a questa parte occorre allentare un po’ la morsa che la parte conscia esercita su di noi. Occorre generare uno stato interiore silenzioso, tipico delle pratiche di meditazione.

Voglio proporre due pratiche per facilitare questo stato.
La prima consiste nel dare un nome a ciò che passa dentro la nostra testa. Si tratta di etichettare qualsiasi nostro pensiero, per esempio “sto pensando …”, “sto vedendo …, oppure “sto immaginando …”, ecc. L’atto stesso di dare un nome a questi processi mentali tende a distanziarci da essi, permettendoci così di recuperare maggiormente l’altra parte, quella non conscia.

Ci renderemo conto che dopo alcuni istanti, il nostro respiro sarà rallentato, la messa a fuoco visiva non sarà più così penetrante. Magari cominciamo a percepire più parti dell’universo intorno a noi in modo più ovattato, più armonioso e più equilibrato.
Questo, tra l’altro è un ottimo antidoto all’insonnia.

La seconda pratica è, in un certo senso, il contrario della prima, da fare in luoghi e contesti conosciuti, e ricorda come ci comportavamo da bambini. Camminare in natura e vedere un oggetto, un fiore, per esempio, riconoscerlo per nome, e immediatamente cancellare il nome che hai dato. Immaginare, per esempio, che il nome dell’oggetto viene scritto nel cervello, e che si possa cancellarlo, come una spugna sulla lavagna.

Continuare a camminare per alcuni minuti, riconoscendo oggetti e cancellando i nomi fino a non dare nomi a nessun oggetto. Facendo così, ci si trova sicuramente in uno stato di incredibile connessione con il resto dell’universo, con il qui ed ora.
Molte persone hanno l’esperienza in queste situazioni di una sorta di sesto senso, che va oltre il solito ragionamento che accade in testa, che permette di intravedere molte cose che prima erano filtrate dalla parte conscia.

Con queste due pratiche, possiamo essere molto più in contatto con la nostra intelligenza fondamentale, e fidarci che essa ci sarà di guida nelle situazioni di rischio o pericolo. Non avremo più quel livello di paura (per esempio dell’ipnosi), e potremo avvalerci del sostegno di chi si offre a noi, in modo ipnotico, per facilitare il raggiungimento dei nostri traguardi.

Arthur Sackrule

Fonte: http://www.lifegate.it

Bibliografia