Verso una nuova educazione civica

Educare l’uomo alla conoscenza del mondo interiore dovrebbe essere il fondamento di una sana educazione civica la quale, a nostro avviso, non può prescindere dalla conoscenza delle modalità di formazione delle scelte interiori in quanto queste condizionano, inevitabilmente, la nostra condotta esteriore…

L’educazione civica si pone come obiettivo l’educazione dell’individuo quale cittadino per una consapevole e corretta partecipazione alla dimensione civile e sociale.Tradizionalmente, si afferma che l’individuo, al fine di collaborare positivamente allo sviluppo della società di cui egli è partecipe, deve essere consapevole di una serie di doveri verso gli altri:

• rispettare la Costituzione;
• rispettare le leggi giuridiche in generale;
• rispettare l’ambiente esterno e le risorse naturali;
• essere animato da doveri di solidarietà.

Semplici cittadini ed esperti constatano, però, che le regole giuridiche da rispettare, in tutti i settori della vita quotidiana, sono molteplici e in continuo aumento. Peraltro, a fronte di questa incessante regolamentazione il tasso di mancato rispetto delle norme, si afferma, resta rimarchevole.
Talora, al fine di ridurre l’area dei cattivi comportamenti, i legislatori adottano ulteriori norme, ritenendo che la radice di tali inadempienze civiche possa essere riconducibile ad una carenza propria delle regole stesse. Tuttavia, nonostante il proliferare delle norme, la dinamica umana non muta. Quest’ultima si è mostrata insensibile, nel corso degli anni, anche ai progressi della tecnica.
Una cultura fondata sulle regole formali e sulle conoscenze intellettuali sta mostrando vistose lacune e non pare in grado di orientare il nostro percorso di vita.
Si trascura di considerare che le scelte in generale compiute dall’uomo e, in particolare, anche quelle di rispettare, effettivamente, un precetto etico o giuridico, non derivano solo da fattori intellettuali, ma anche da ciò che veramente l’uomo desidera. Ciò che l’uomo desidera nella propria sfera interiore e che, spesso, non è esternato pubblicamente, condiziona fortemente i comportamenti concreti e può far compiere scelte elusive delle regole. Talvolta, noi stessi amiamo non prendere atto di queste nostre realtà interiori.

L’esperienza ci insegna che non è sufficiente conoscere con l’intelletto un valore per operare in modo conforme ad esso. Questo dato lapalissiano circa l’influenza cruciale del mondo interiore è, però, trascurato nella formazione culturale. La cultura ufficiale sul piano formativo dà scarso peso alla sfera interiore e ai processi di scelta nell’individuo.
A fronte di questa grande disattenzione, vasti settori della vita economica e sociale studiano, in modo approfondito, il mondo interiore al fine di condizionare l’uomo verso comportamenti predeterminati. Sono oggetto di studio i colori, i messaggi scritti, i suoni, le immagini, le comunicazioni subliminali al fine di stimolare le pulsioni profonde da cui possono scaturire atti automatici di acquisto di beni e di consenso preconfezionati su varie materie della vita sociale.

Vi è, dunque, una situazione paradossale: lo studio del mondo interiore, trascurato in sede educativa e cioè in funzione della consapevolezza dell’individuo, risulta, invece, molto praticato al fine di riuscire a condizionare il singolo fin dalla prima infanzia, come dimostrano i numerosi studi sugli effetti della pubblicità avente come destinatari i bambini quali acquirenti di beni. Il mondo interiore è studiato, quindi, da esperti solo per condizionare le manifestazioni di consenso dell’uomo. Questo bagaglio di conoscenze non è al servizio della singola persona o del cittadino affinché possa diventare consapevole del proprio mondo interiore e possa assumere comportamenti coerenti con i valori liberamente scelti.

Estratto da un articolo di Bruno Fuoco

Fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it

Bibliografia