Per voi uomini la morte significa l’abbandono e il distacco e tutto questo vi provoca dolore per non poter più riconoscere, rivedere e parlare con la persona amata.
Per voi uomini è difficile capire che la morte altri non è che la fine di un viaggio che avete intrapreso tempo prima e che vi riporta a casa: nella dimensione dalla quale venite.
Di fronte a una morte chi rimane sulla terra ha la morte nel cuore, prova un grande dolore come se ogni senso fisico, ogni pensiero, ogni emozione fossero mutilati, spezzati, sradicati dalla loro naturale visione.
L’uomo di fronte alla morte si pone molte domande perché non capisce che qualcosa, del corpo che ci ha abbandonato, vive nell’eternità.
L’uomo spesso dimentica di essere un essere immortale e non sa vivere questo nemmeno come un’ipotesi. Se voi uomini vi agganciate alla fede e pensate che solo avendo fede potete superare le tempeste della vita, io vi posso dire che ciò non basta perché avere fede passiva significa non vivere la propria volontà, mentre la volontà di credere e quindi di sviluppare in voi la fede attiva è necessaria per affrontare il mare della vita con sicurezza e determinazione.
Non dovete prendere verità di altri ma solo le vostre verità perché solo così potrete attraversare l’oceano che vi sta di fronte e solo così tutte le esperienze diventeranno un’avventura eccitante e ricca di momenti di estasi.
Dovreste accogliere la morte con gioia perché morire è uno dei più grandi eventi della vita. Nella vita esistono solo tre grandi eventi: la nascita, l ‘amore e la morte.
Mentre la nascita e la morte sono inevitabili, l’amore è un fatto eccezionale perché accade solo a pochissime persone e non è possibile prevederlo.
Dice un saggio cinese: la nascita va subita mentre la morte accade perché è la sola certezza che vi dà la vita e quindi bisogna accettarla.
Vi sono pagine straordinarie che parlano di morte, amore e vita, e io vorrei lasciarvi con alcune di esse.
Vi racconterò una “favola orientale” che spiega molto bene come affrontare la morte sia per chi parte che per chi rimane sulla terra.
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Vi erano due innamorati che vivevano felici nel loro villaggio ma un giorno uno di essi improvvisamente partì. Colui che rimase si disperò perché non sapeva come ritrovare l’amore perduto. E un giorno fece un sogno e sognò di essere in un prato verde in una giornata bellissima e di avere di fronte il suo amore. Sentì una grande emozione, pianse e lo spirito che gli stava di fronte
disse:
“non devi piangere per la mia morte perché se mi hai amato per te io vivrò per sempre. Se sulla terra e nell’universo mi hai veramente amato il mio corpo potrà scomparire, ma io non potrò mai morire perché vivrò nel tuo amore. Potrai cercarmi in ogni pietra, in ogni fiore, in ogni sguardo e in tutte le stelle dell’universo.
Il mio corpo scomparirà, ma questo non deve crearti alcuna disarmonia perché, ricorda che se la scomparsa del corpo creasse in te qualche differenza, tutto ciò dimostrerebbe che ciò che è nato fra noi sulla terra non è amore.
L’amore è qualcosa al di là del corpo perché esso rimane nel tempo e nell’ eternità.”
Il sogno finì e il soggetto si risvegliò nel suo letto mentre sentiva da lontano la voce dell’amata che gli risuonava dentro e allora capì che è inutile soffrire per una morte, ma ciò che importa è capire che anche prima di conoscere l’amore l’anima prova sentimenti, gioie, e dolori che portano al di là del tempo e dello spazio.
Tratto da Lista Sadhana – Guido da Todi
Fonte: http://www.pomodorozen.com
Bibliografia