Allarme dal Pianeta Terra

La Terra potrebbe collassare irreversibilmente in un batter d’occhio”. E’ l’ allarme lanciato da una ricerca firmata da 18 scienziati, di diverse discipline e nazionalità, pubblicata su Nature.

SOGLIA DI RISCHIO – Il lavoro ha utilizzato, nell’elaborazione della apocalittica previsione, accurate teorie scientifiche, modelli di evoluzione di sistemi complessi e prove paleontologiche, suggerendo che gli ecosistemi del pianeta stanno “sbandando” verso un imminente e irreversibile collasso. Come già accaduto in passato. Secondo gli autori “quando si innescano questi processi irreversibili il “default” del pianeta potrebbe essere raggiunto in un batter d’occhio già in questo secolo. Non dovremmo – avverte la ricerca – assolutamente superare il 50% della soglia limite di questi processi, ma già siamo al 43%”.

I GOVERNI FACCIANO QUALCOSA – Ma chi sono i responsabili di questa catastrofe? “I meccanismi attuali di forzatura su scala globale – rispondo gli autori – ovvero la crescita esponenziale della popolazione, il consumo di risorse naturali, la trasformazione e la frammentazione degli habitat e il cambiamento climatico”. Gli scienziati quindi raccomandano ai Governi di “impegnarsi immediatamente in alcune azioni se vogliono avere qualche speranza di ritardare o ridurre al minimo il collasso. Ad esempio: ridurre drasticamente il boom demografico, investire molto di più nella creazione di tecnologie pulite per produrre e distribuire il cibo senza mangiare su più terreni e specie selvatiche”.

TROPPO VELOCI – “L’ultimo crack della Terra è avvenuto circa 12.000 anni fa, quando il pianeta è passato dall’era dei ghiacciai, durata 100.000 anni, allo stato attuale interglaciale. Una volta raggiunto questo punto di stabilità i successivi cambiamenti biologici più importanti, che portano all’attuale biodiversità, sono avvenuti nel giro di soli 1.000 anni. Un tempo brevissimo nella storia di un Pianeta”.

UMANITA’ LASSISTA – Ma secondo gli autori “sono molto alte le probabilità che la prossima trasformazione globale sarà estremamente dannosa per la civiltà. Perché una volta innescato il meccanismo non c’è piu’ ritorno”. Lo studio sottolinea poi “che sarebbe meglio non superare del 50% il grado di questa completa trasformazione della superficie della Terra o non saremo più in grado di ritardare o evitare il collasso planetario. Ma – avvertono – gli scienziati – abbiamo già raggiunto il 43%”. ”In poche parole – chiosano gli esperti – gli esseri umani non hanno fatto nulla in questi anni di veramente importante per scongiurare il peggio. I colleghi che studiano i cambiamenti climatici indotti dall’urbanizzazione forzata e dall’industrializzazione – concludono – sono da tempo più che preoccupati. Sono terrorizzati”.

RIPRESA DELLA GLACIAZIONE – La presenza di numerosi ghiacciai e lo spesso manto di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide stanno ad indicare che la Terra sta ancora attraversando un’era glaciale ed i cicli orbitali ci dicono che andiamo verso una nuova glaciazione. Nel passato i cicli di forte glaciazione da 100.000 anni furono intervallati da un periodo interglaciale di 9-12.000 anni. L’attuale periodo interglaciale ha circa 10.700 anni. Andiamo quindi incontro ad una ripresa della glaciazione.

CICLICITA’ – Ci sono stati almeno tre periodi ciclici di riscaldamento e raffreddamento all’interno dell’attuale periodo interglaciale. L’ottimo climatico ha raggiunto il suo picco 7.000 anni fa, quando la temperatura media dell’aria, dedotta dal volume di ghiaccio, era di 1,11 °C più alta del presente. I due lunghi cicli di riscaldamento che si sono verificati da 4.000 a 8.000 anni prima dell’attuale possono avere poco a che fare con l’effetto serra che si sostiene causato dalla produzione industriale di biossido di carbonio. Una piccola era glaciale cominciò circa 650 anni fa e durò fino al diciannovesimo secolo.

VARI FATTORI DA ANALIZZARE – Da allora la Terra si è riscaldata lentamente, ma la temperatura media non si è mai avvicinata all’ottimo di 7.000 e 4.500 anni fa. Le ragioni di questi trend climatici più brevi non sono tutte ancora pienamente comprese. Tra i tanti fattori che occorre prendere più attentamente in considerazione ci sono la posizione della Terra nella Galassia, i mutamenti nelle emissioni solari, le variazioni cicliche più piccole nell’orbita terrestre e le correnti oceaniche. (Adnkronos Salute)

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