43° Giornata Mondiale della Terra

L’Italia ha perso negli ultimi 20 anni il 15% della terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocato da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di due decenni. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione dell’Earth day , la maxi mobilitazione mondiale, giunta alla 43ma edizione, in difesa dell’ambiente che prende il via oggi.

In tutto il mondo, la giornata, voluta e supportata per il terzo anno consecutivo dalla Fao, sarà scandita da eco-eventi per ribadire la necessità di uno sviluppo sostenibile.

Ed è proprio approfittando dell’evento che la Coldiretti pone l’attenzione su una delle emergenze del nostro Paese. Ogni giorno – sottolinea l’associazione – viene sottratta terra agricola per un’area equivalente a circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale.

Degrado del territorio

”Fermare la cementificazione e il degrado del territorio, impedire la contaminazione transgenica e l’inquinamento industriale, offrire alimenti sicuri e genuini ma soprattutto affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di sviluppo diverso e piu’ sostenibile è l’impegno degli agricoltori italiani per la giornata della terra”, assicura il presidente Sergio Marini. A sottolineare l’importanza dell’agricoltura come settore strategico per gli equilibri ambientali del pianeta è invece la Cia, che ne evidenzia la centralità a partire dal capitolo energia. L’associazione ricorda infatti che se verranno rispettati gli obiettivi europei, entro il 2020 il 45% delle rinnovabili verrà dalle campagne, cioé dalla rivalutazione energetica degli scarti di campi e stalle.

E oggi in Italia sono soprattutto i giovani a optare per la produzione di biomasse e biogas, una scelta ecologica in grado di diminuire l’impatto ambientale dell’impresa, ma anche una grande chance per dribblare la crisi. Proprio partendo da una parziale riconversione delle aziende agricole le campagne potrebbero arrivare a rifornire il nostro Paese non solo di cibo, ma anche di energia. Con un doppio vantaggio: fino a 20 miliardi di euro di risparmio in termini di costi e, soprattutto, un grande beneficio all’ambiente con 240 milioni di tonnellate in meno di Co2 nell’aria nei prossimi dieci anni.

Immagini dalla Nasa

Istituita nel 1970 dalle Nazioni Unite, la giornata dedicata alla salvaguardia del pianeta si celebra il 22 aprile di ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera. Quest’anno a celebrarla arrivano le immagini spettacolari riprese dai satelliti, che la Nasa ha riunito in un unico sguardo sullo stato di salute del pianeta. Ognuna delle immagini e’ legata ad una scoperta o ad una nuova misura, grazie alla quale è stato possibile conoscere più in dettaglio fenomeni cruciali. Ecco il contributo che lo spazio ha dato alla tutela della Terra:

Assottigliamento dei ghiacci

il record e’ stato raggiunto nell’agosto 2012 nell’Artico e negli 30 anni i satelliti hanno osservato un declino nello spessore dei ghiacci pari al 13% ogni decennio e il fenomeno sembra avanzare costantemente. I satelliti di nuova generazione, come l’europeo Cryosat, sono progettati per misurare le variazioni nello spessore dei ghiacci di Artico e Antartide.

Aumento della temperatura

I nove anni più caldi a partire dal 1880 sono tutti successivi al 2000. Temperature da record si sono raggiunte nel 2005 e nel 2010 ed i satelliti indicano chiaramente che la tendenza prosegue inesorabilmente. I dati raccolti negli ultimi 30 anni sia a Terra che con l’ausilio dei satelliti dimostrano che l’emissione di gas serra ha innescato un circolo vizioso in cui aumento delle temperature e scioglimento dei ghiacci si susseguono potenziandosi a vicenda.

Buco nell’ozono

Negli ultimi 20 anni lo strato di ozono che fa da scudo ai raggi ultravioletti ha raggiunto lo spessore minimo per ben due volte sull’Antartide. Dati e immagini dei satelliti hanno permesso di individuare un analogo record negativo anche sull’Artico – OCEANI: sono dei sorvegliati speciali dei satelliti perché il loro stato di salute è un vero e proprio ago della bilancia del clima. I satelliti raccolgono regolarmente i dati relativi alla circolazione delle correnti e alle variazioni della salinità. I dati raccolti dai satelliti negli ultimi 20 anni indicano inoltre che il livello globale dei mari cresce al ritmo di 3 millimetri all’anno, raggiungendo anche picchi di un centimetro in alcune regioni del mondo.

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