La morte e’ una realta’ fondamentale dell’esperienza umana, ma e’ anche un tabu’: si preferisce non parlarne o al limite mascherarla dietro parole che offendano meno la nostra sensibilita’. Forse anche per questo e’ terreno di studi che raramente toccano il grande pubblico: sembra che la morte esista solo a livello astratto e che parlarne sia compito esclusivo degli ambienti scientifici.
“La morte e’ l’unica realta’ comune a tutti“. La morte appare come uno dei tanti distacchi che sono la costante della vita umana: e’ certo l’estrema separazione da chi amiamo e questo la rende tragica, ma e’ anche l’ultimo capitolo di una vita costellata di separazioni che cominciano nel momento stesso della nascita.
Per riuscire a comprendere pienamente il significato profondo che riveste la separazione, e’ necessario innanzitutto rivolgere l’attenzione a quel vincolo intenso che dalla nascita, ma anche precedentemente a questa, lega il bambino alla madre. Non si puo’ quindi parlare del dolore per la morte di qualcuno se non si analizza il significato dei legami affettivi, che nell’attaccamento del bambino alla madre trovano la loro origine ed il loro prototipo. Il legame d’amore con la madre e l’angoscia che deriva dalla sua rottura.
E’ bene precisare che i termini “cordoglio” e “lutto” sono usati per intendere due distinte realta’: il cordoglio e’ la risposta emotiva alla perdita di qualcuno o di qualcosa e si manifesta nelle reazioni che seguono ad un distacco; il lutto e’ il cordoglio per la morte di una persona cara ed ha manifestazioni sociali e rituali oltre che personali.
Il dolore emozionale è uno stato affettivo complesso che riguarda sia la perdita, sia la rottura di una relazione, sia i danni arrecati ad aspetti di sé ritenuti importanti; rabbia, tristezza, vergogna sono tutte emozioni associate con il dolore. Il dolore viene associato con il cuore, spesso con la sensazione di avere il cuore infranto, un vissuto esplosivo e travolgente, un dolore fisico alla testa, allo stomaco, si può manifestare la paura di sentirsi travolti, di non riuscire a smettere di piangere o di perdere il controllo; vissuto di andare in pezzi, un senso di vuoto.
Il dolore viene sperimentato quando l’evento dannoso è ormai successo; quando il dolore diventa intollerabile le persone interrompono il contatto, evitando il dolore e le emozioni primarie associate.
Sperimentando il dolore che è stato precedentemente evitato e simbolizzandolo, spesso porta sollievo, conduce a sentirsi vivi ed integrati. Alcuni aspetti dell’esperienza o parti del sé che contengono i sentimenti e i ricordi traumatici vengono esclusi dalla coscienza.
I sentimenti negativi come il sentirsi in conflitto, colpevoli, inadeguati, indegni, ansiosi, depressi, indicano l’esistenza di problemi interni, di qualcosa che non va a cui bisogna prestare attenzione, indice di una disfunzione del sistema; sono di per sé qualcosa di disgregante e derivano non da emozioni primarie bensì alla valutazione e al controllo di tali reazioni. Così gran parte dei sentimenti negativi se venissero accettati si dissolverebbero.
Sembrano derivare sia da processi intrapsichici, come il disconoscimento, l’autocontrollo e l’autovalutazione sia da processi interpersonali come l’ipersensibilità alla dipendenza, al controllo e l’eccessiva preoccupazione per la perdita di integrazione e di autonomia. (sentirsi colpevoli e disprezzarsi per aver sperimentato rabbia o invidia, o sentirsi ansiosi e turbati perché si desidera la vicinanza e nello stesso tempo si ha paura di affermare il proprio bisogno).
La seconda fonte di sentimenti negativi è la risposta emotiva alla fine di un rapporto interpersonale associata alla percezione di un rifiuto o di una critica; rabbia, tristezza, paura sono delle risposte adattive ad emozioni derivanti da separazioni. I sentimenti negativi vengono alla luce quando le emozioni primarie non vengono regolate ed espresse; un vissuto di dipendenza, di rabbia, o di distacco depressivo avrà il sopravvento; sono massimi i sentimenti negativi quando sono collegati ad una figura di attaccamento significativa.
Sequenze di disperazione, rabbia, depressione derivano dalla separazione e dall’abbandono. E’ importante auto lenirsi ossia cercare di aiutarsi ad alleviare il proprio dolore.