La dimora delle emozioni

L’emozione si muove in tre dimensioni. Il suo spazio espressivo è il corpo. Là sceglie dove manifestarsi e dare posizione alla sua necessità d’essere. Le emozioni provocano spostamenti di masse d’energia, da un punto all’altro dell’universo corporeo. Sono il rossore in viso, il nodo allo stomaco, la luce degli occhi, che brillano come diamanti nella notte. La gamma degli abiti emotivi si modula in un’ampia varietà di forme, ma ha solo quattro note di base: gioia, tristezza, rabbia e paura. La combinazione chimica di queste componenti genera creature miste, che fluiscono o divampano con altre etichette distintive.

La forza dell’energia conduce le emozioni da un estremo all’altro delle possibilità vitali. Ad un capo del filo la tensione è alla massima potenza; all’estremo opposto, non si avverte quasi nulla. La pancia può essere dolcemente calda e il respiro ampio e completo. Quando siamo pieni di felicità fino all’orlo, tutte le porte del corpo sono aperte per far entrare l’ossigeno necessario. C’è bisogno di aria per alimentare l’energia dell’emozione. Dopo che ci siamo ben riempiti i polmoni, con le spalle dritte e gli occhi che luccicano, ha inizio la restituzione della nostra creatura. Chi è accanto a noi, senza che la volontà faccia alcun passo, riceve l’energia che abbiamo prodotto e ne fa qualcosa per sè. L’emozione non la vediamo, non la pensiamo: la sentiamo.

Eppure c’è chi sostiene di aver poco a che fare con la corporeità delle emozioni. Pare che per qualcuno esistano solo nella testa, come fossero esperienze vissute e raccontate da altri. Quando sentite dire “c’è la paura”, invece di “sento paura”, allora avete di fronte la distanza dall’emozione. L’hanno presa come una sfera di cristallo, per metterla davanti agli occhi e poi vedere cosa c’è dentro. Non c’è nulla da vedere, perché l’emozione è l’ultima delle scatole cinesi. E’ movimento, energia, fuoco, elettricità, vorticare di particelle e nulla più. Possiamo fare tutti gli scavi archeologici che vogliamo, alla ricerca della causa di quel che sentiamo. Il risultato spesso ci dirà meno del punto di partenza.

Chiudere la porta in faccia alle emozioni è maleducato e pericoloso. Tanto trovano sempre una strada per farsi sentire e quando se la prendono a male, fanno danni incalcolabili. L’alessitimia si propaga come un virus. E’ una malattia che porta a disconoscere le emozioni, che si confondono una con l’altra ed infine perdono il loro nome proprio. Così la tristezza diventa ansia, la paura diventa stanchezza e chissà che altro. Con l’abitudine a questi enigmi, non si sa più che pesci pigliare e l’emozione davvero non ha più voce. L’energia trova comunque un viottolo per uscire allo scoperto. Fa passare la fame, fa venire il prurito, la gastrite, il mal di testa e tanti altri amici che ci tengono compagnia.

Chissà perché molti hanno l’idea fissa di controllare e di gestire le emozioni. Quanta fatica gettata al vento. Non è più semplice lasciare che ci aiutino a raggiungere i nostri desideri? Le emozioni sono segnali di qualcosa che accade nel corpo. Indicano la direzione da prendere e sanno qual è il nostro bene, molto meglio di noi.
di Linda Scotti

Fonte: http://www.comunicobene.com

Bibliografia