La Comunicazione Nonviolenta

Nell’era dell’informatica e della comunicazione, in realtà le persone comunicano sempre più in fretta e male; aumentano la solitudine, l’incomprensione, la mancanza di relazioni profonde, e la paura dell’altro che generano atteggiamenti di rifiuto, integralismo e razzismo. La Comunicazione consapevole e non violenta è un metodo semplice ed efficace, creato da Marshall Rosenberg, psicologo americano amico e collaboratore di Carl Rogers  che migliora la capacità di comunicare autenticamente, insegnando ad identificare ed esprimere con chiarezza, in un modo rispettoso di sé e degli altri, ciò che sentiamo e che desideriamo ottenere.

Insegna ad usare il linguaggio dell’ ”io”,  a parlare di noi stessi senza valutare, giudicare, etichettare gli altri, e dà un’alternativa valida alle reazioni automatiche di attacco o fuga di fronte ad una difficoltà relazionale. 

E’ un linguaggio nuovo e rivoluzionario che con semplicità trasforma il modo di esprimerci, e  permette di liberarci dalla violenza, sia da quella più evidente che da quella più nascosta.

La violenza con cui comunichiamo è il risultato di una mancanza di consapevolezza, è l’espressione di una frustrazione che non trova le parole per esprimersi.

Siamo separati da noi stessi, dai nostri sentimenti e bisogni, l’educazione che riceviamo sviluppa le nostre capacità e comprensione intellettuale ma non le capacità di comprensione emozionale.

Non sappiamo usare il vocabolario della nostra vita interiore, non abbiamo imparato a riconoscere i nostri sentimenti e i nostri bisogni, fin da piccoli siamo stati educati a compiacere gli altri, e abbiamo reagito obbedendo per paura di un castigo o per ricevere un premio ed essere accettati ed amati, oppure ribellandoci  e litigando.

Tutto ciò ci porta a comunicare con una violenza sottile, di cui non siamo consapevoli, e anche con le nostre migliori intenzioni i risultati sono scadenti, quando cerchiamo di esprimere qualcosa spesso otteniamo che l’altro reagisca chiudendosi o attaccandoci.

Allo stesso modo, quando qualcuno ci parla, spesso ci sentiamo aggrediti, e reagiamo, e molte volte non sappiamo perché questo succeda. Siamo così abituati che non ci rendiamo conto di usare una comunicazione malevola, fatta di sarcasmo e di parole che implicano un giudizio.

La Comunicazione consapevole e non violenta libera dalle abitudini e dai condizionamenti inconsapevoli, invece di esprimere i nostri pensieri con parole che giudicano, separano e aumentano il conflitto impariamo ad usare parole che riconciliano e trovano soluzioni benefiche.

La Comunicazione Consapevole e Non Violenta  insegna a comunicare in modo autentico, ed esprimere la propria forza, nel rispetto altrui e di noi stessi, senza essere aggressivi, superando anche la tendenza, in caso di malessere o disaccordo, a lasciare “le cose come stanno” per non ferire gli altri o per non essere feriti. Quando c’è un problema  aiuta a capire a cosa stiamo reagendo e quali sono i nostri sentimenti e bisogni e insegna come esprimere una richiesta negoziabile.

L’obiettivo non è costringere l’altro a fare ciò che vogliamo o pensiamo sia giusto, bensì è raggiungere la soluzione migliore per entrambi. Quando la nostra richiesta non è un ordine ma è la proposta di una soluzione possibile, saremo capaci di accettare la risposta dell’altro, qualsiasi essa sia, e permetteremo all’altro di esprimere con chiarezza i suoi sentimenti e bisogni e di farci a sua volta una richiesta che ci lasci la libertà di non essere d’accordo e di cercare insieme la soluzione migliore per entrambi.

E’ un modello semplice, un metodo in 4 passi grazie il quale osservo, sento, verifico di cosa ho bisogno, cosa mi manca per stare meglio e contemporaneamente, cosa osserva, sente, e di cosa ha bisogno l’altro.

IL METODO IN QUATTRO PASSI

Osservare i fatti senza valutare

Sviluppiamo la capacità di osservare e di descrivere in modo chiaro e neutro i fatti concreti che diminuiscono il nostro benessere, dando all’altro una informazione precisa di quanto sta succedendo.

Impariamo ad accorgerci che se c’è un malessere è perché è successo qualcosa, che stiamo reagendo a un evento o a una situazione che genera un’emozione.

Identificare ed esprimere emozioni e sentimenti

Come ci sentiamo in relazione a ciò che è successo e che abbiamo descritto? i fatti generano in noi delle sensazioni a cui sono collegati pensieri, emozioni e sentimenti, quali sono? Impariamo a fermarci e a chiederci “Cosa sento?”, invece di scatenare una reazione di contrattacco a qualcosa che ci ha fatto male. Invece di scaricare la rabbia e il malessere sull’altro mi fermo, mi ascolto e divento consapevole di cosa sta succedendo in me ed aumento la mia libertà di scelta.

Riconoscere le necessità, i bisogni, i valori

Se ho percepito un malessere è perché un mio bisogno, un valore importante per me sono stati frustrati, c’è qualcosa che è insoddisfatto. Le sensazioni, i pensieri, le emozioni sono segnali che  rivelano i nostri veri bisogni e ci aiutano a capire cosa ci serve, cosa è importante per noi, che direzione dare al nostro cammino di crescita.

Esprimere richieste chiare e negoziabili

A partire dalla consapevolezza dei nostri bisogni reali, impariamo a formulare delle richieste concrete, in modo efficace, empatico, rispettoso di noi stessi e degli altri. Impariamo a chiedere evitando di dare ordini, manipolare o cercare di obbligare  l’altro a fare quanto vogliamo. Impariamo ad esprimere una richiesta negoziabile e a cercare insieme all’altra persona una soluzione benefica per entrambi.

Dott.ssa Laura Talamoni
http://www.altrasalute.it/comunicazione_000008.html

Libro “Le parole sono Finestre (oppure Muri)”  Esserci Edizioni