Il Conflitto

imagen-4504444-1Come mediare e risolvere pacificamente gli scontri, i conflitti, lediscussioni che quotidianamente si verificano in famiglia, al lavoro, in politica e nei diversi ambiti sociali?

I rapporti con gli altri influiscono in maniera determinante sulla qualità della nostra vita, è perciò molto importante imparare a riconoscere le cause e le dinamiche dei conflitti, così frequenti nella vita di tutti i giorni, per trasformarli in confronti costruttivi.

Se vogliamo uscire vincitori da una discussione, è meglio evitarla, nove volte su dieci, alla fine di una controversia gli avversari si ritrovano esattamente dello stesso parere, più convinti che mai di essere dalla parte del giusto. E’ impossibile avere la meglio discutendo, perché se si perde si perde, e se si vince si perde ugualmente.

Perché anche se si dimostra all’altro che il suo punto fa acqua da tutte le parti, cosa si ottiene? Di sentirsi forti. Ma lui è stato messo in una condizione d’inferiorità, è stato ferito nel suo orgoglio, proverà un senso di rancore… Questo non vuol dire che non si possa avere una divergenza di opinioni, la libertà di opinione è un diritto inalienabile nel nostro Paese ed è una condizione necessaria quando si vuole instaurare un’amicizia, l’importante è farlo in chiave costruttiva.

Comprendere e superare un conflitto spesso permette di rinnovare e migliorare una relazione. Molto meglio che andare freddamente d’accordo. Il conflitto ci interpella sulla capacità che abbiamo di relazionarci con gli altri e ci svela insieme l’autenticità o la falsità, la profondità o la superficialità del rapporto con noi stessi. Crescere nella competenza relazionale ed emotiva significa potenziare la nostra capacità di modulare, di sviluppare tale rapporto in vista del nostro benessere.

Imparare a comunicare in modo chiaro e costruttivo questo è il primo aspetto; ascoltare l’altro e dargli la possibilità di parlare; conservare la calma e reagire costruttivamente; saper chiedere un aiuto agli altri, essere capaci di vivere in modo propositivo le emozioni;avere la capacità di cambiare prospettiva e di “mettersi nei panni dell’altro” (essere empatici); vedere il conflitto come una risorsa, come un’opportunità di crescita; diventare più coscienti dei comportamenti propri e altrui, più tolleranti verso l’ ambiguità, l’incertezza, le contraddizioni, per quanto diversi e inadeguati essi possano apparire; essere umili e ammettere quando si comprende di avere torto;  permettere all’altro di salvare la faccia quando si comprende di avere ragione;  cercare punti di accordo e individuare insieme all’altro una soluzione che vada bene ad entrambi.

Ognuno è in grado di affinare queste capacità. La capacità di comunicare, di ascoltare efficacemente parte da se stessi. Imparare ad ascoltare vuol dire imparare a comunicare. Ascoltando dunque le proprie emozioni, si comunica con se stessi; capendo se stessi si capiscono gli altri; si comunica con una lunghezza d’onda diversa da quella tipicamente razionale.