Segnali non verbali

23-body-language-flirtingStudiare, approfondire, osservare maggiormente il linguaggio non verbale è un’esperienza affascinante che arricchisce la visione e la descrizione del mondo.

Tutti riconoscono il valore di gesti, atteggiamenti, comportamenti nel favorire o talvolta ostacolare la comunicazione, anzi il linguaggio non verbale spessissimo viene utilizzato come “codice di controllo” della comunicazione verbale nonostante pochi ne hanno fatto materia di studio.

Chi volesse tentare di “imparare”, nel senso tradizionale del termine, questo linguaggio, probabilmente dovrà procedere per gradi, prima  individuando i segnali non verbali più usati per poi tentare di scoprirne i significati e le possibilità di utilizzo.

L’obiettivo della conoscenza potrà essere non solo quello di affinare le proprie capacità comunicative attraverso l’utilizzo consapevole del linguaggio non verbale (traguardo molto difficile da raggiungere), ma soprattutto quello di poter interpretare più chiaramente il messaggio dell’interlocutore e soprattutto “allargare ” la conoscenza di sé.

Facilmente si può avere la percezione di che cosa è il linguaggio non verbale immaginando di trovarsi all’estero senza conoscere la lingua: quando ci servirà la collaborazione di un’altra persona occorrerà attingere a risorse diverse dalle parole e per le comunicazioni “di routine” e/o quelle riconducibili al contesto non sarà difficile!!

Al di là delle differenze culturali, anche a volte contrastanti dei vari Paesi, è come se esistesse per la specie umana un codice di linguaggio universale. Usualmente il linguaggio non verbale è contemporaneo al linguaggio verbale e ciascuno secondo la propria inclinazione, educazione o contesto sceglierà per lo più inconsapevolmente di utilizzare maggiormente l’uno o l’altro.

Watzlawick , in alcune sue pubblicazioni, aveva sostenuto che ogni comunicazione avviene contemporaneamente su due piani, quello del contenuto e quello della relazione : mediante le parole trasmettiamo delle informazioni e con i segnali del corpo diamo “informazioni alle informazioni”.

Risulta facile accorgersi che se non c’è congruenza tra i due tipi di segnali l’interlocutore “tenderà le orecchie” essendosi avvalso del linguaggio non verbale per “controllare quello verbale”. Acquistano così importanza il tono della voce , la mimica , l’atteggiamento , la distanza , la gestualità segnali che non hanno significati univoci e che possono essere anche facilmente fraintesi (il sorriso è ironico o segnale di gioia? Il silenzio è insicurezza o scelta consapevole? …).

Si può tentare di individuare alcune “regolarità” anche nelle forme di espressione del linguaggio non verbale proprio per quello che attiene all’atteggiamento, alla mimica, alla gestualità, alla distanza, al tono.

Il tono riguarda la sonorità delle espressioni dell’individuo e quindi l’intonazione, il ritmo, ma anche il sospiro o il silenzio; per mimica intendiamo tutto quello che si può osservare sul viso di una persona; per atteggiamento   possiamo intendere la postura dell’individuo ed anche i movimenti che la modificano (spostarsi di lato, incrociare le braccia…),  la distanza è quella che ci separa dagli altri o i movimenti per regolarla (per es. indietreggiare); nella gestualità comprendiamo tutti i gesti delle braccia ed alcune azioni riconoscibili come “gesti” : grattarsi la testa, schiacciarsi la punta del naso…

Come tutte le classificazioni anche questa presenterà delle difficoltà volendo analizzare alcuni comportamenti o segnali, ma può aiutarci a stimolare il nostro senso di osservazione. Altre capacità che contribuiscono a questo apprendimento sono una buona capacità di ascolto e una buona dose di empatia in quanto comprendere il proprio mondo emotivo aiuterà a intuire quello degli altri.

Attraverso l’osservazione, la capacità di ascolto e l’empatia riusciremo a riconoscere il linguaggio del corpo per poi passare ad interpretarlo e … giudicarlo positivo/negativo in base a criteri di onestà/sincerità, congruenza/incongruenza, spontaneità/autodisciplina, scherzo/ironia.

Occorre però molta prudenza: nessun criterio è assoluto, anche quello che ci sembra il più accettabile; anche la sincerità a tutti i costi potrebbe risultare inopportuna e/o offensiva, inaccettabile. Inoltre, regola fondamentale del linguaggio non verbale è quella che nessun segnale da solo ha un preciso potere enunciativo e che il linguaggio verbale e quello non verbale sono interdipendenti e quindi, nell’interpretazione, dobbiamo tener conto necessariamente di entrambi.

Fonte: http://www.benessere.com