Il sonno perfetto dura sette ore

Né troppo, né troppo poco: la quantità ideale di ore trascorse tra le braccia di Morfeo equivale a sette, numero perfetto per il giusto riposo. Dormire meno, come è noto, può essere molto pericoloso, a dispetto dei traguardi minimi di noti personaggi e statisti (si dice che Andreotti, la Thatcher o, per essere più attuali, lo stesso Berlusconi dormano solo 4 ore a notte). Ma anche esagerare con le dormite non è per nulla salutare, al di là dei luoghi comuni, e oltre a rimbambire un po’, lasciando una sensazione di ottundimento, pare sia decisamente sconsigliabile dal punto di vista medico, incidendo soprattutto sulla salute cardiovascolare.

Lo studio – I ricercatori della West Virginia University, guidati dal professor Anoop Shankar, hanno preso in considerazione i dati riguardanti più di 30.397 persone, all’interno delle quali sono stati registrati 2.146 casi di patologie cardiovascolari (angina pectoris, malattia coronarica, infarto o ictus). Questo ha consentito loro di individuare una relazione tra le malattie cardiovascolari e il tempo che un individuo trascorre dormendo. I risultati della ricerca, pubblicata online sulla rivista Sleep, evidenziano che chi dorme nove ore o più avrebbe una predisposizione di una volta e mezza superiore a sviluppare malattie cardiache rispetto a chi ne dorme sette, soprattutto a causa di una scarsa qualità del sonno e di problemi respiratori. Ma per chi dorme meno di cinque ore le cose si complicano ulteriormente, arrivando a triplicare il rischio di patologie cardiovascolari, con un allarme rosso per le donne e per gli over sessanta. Secondo gli studiosi, un sonno troppo breve è associabile con l’angina pectoris, mentre ciò che accomuna i tempi di riposo troppo brevi e troppo lunghi è creare in chi li pratica una predisposizione ad attacchi cardiaci e infarto. Nel parere dei ricercatori della West Virginia University la durata del sonno influisce sulle funzioni endocrine e metaboliche e la scarsità di riposo comporta un danno alla tolleranza del glucosio, una riduzione della sensibilità all’insulina e un aumento della pressione sanguigna. Tutti fattori, questi, che favoriscono l’indurimento delle arterie.

Buon senso – Nonostante le premesse della ricerca gli autori dello studio hanno specificato che i dati quantitativi vanno interpretati con elasticità, appellandosi a un sano buon senso, e dormire una manciata di ore in più alla mattina, soprattutto in seguito a un periodo di scarso riposo, può essere comunque un toccasana. Il sonno è un parametro fisiologico anche soggettivo, ma va sempre tenuto a mente che il numero magico di ore è sette. Non cinque, ma nemmeno nove.

Fonte: http://www.corriere.it

Bibliografia