Comunicazione e dinamiche di coppia

Esistono dei bisogni basilari nell’essere umano dei quali non si ha chiara consapevolezza, ma che influenzano il comportamento individuale. I tre che seguono determinano la ricerca di un partner:

Sesso: percepirsi sessuati e cercare chi ci è complementare.

I due generi maschile e femminile sono due polarità attive a determinare una ricerca reciproca di completamento. Lo sviluppo della consapevolezza della propria sessualità conduce inevitabilmente all’altro.

Inizialmente il piacere sessuale è autoerotico; il bambino scopre il suo corpo e il piacere che deriva dal contatto con esso. L’adolescente scopre le nuove potenzialità del suo organismo in crescita e si misura con esse, sperimenta il piacere che le zone erogene in genere e i suoi genitali in particolare gli procurano, e così constata la sua incompletezza.

Può darsi che l’adolescente nella sua iniziale ricerca dell’altro, incontri un coetaneo del suo stesso sesso – meno ignoto e quindi meno spaventoso – ma poi certamente proseguirà nella ricerca di chi realmente sente complementare a lui nel compimento dell’atto sessuale e nella messa in essere di quelle condizioni che gli fanno sperimentare la potenza data dalla possibilità e dalla capacità di procreare.

Il rapporto sessuale è l’incontro più intimo tra due persone e permette di raggiungere la forma più profonda di piacere fisico e sarà migliore quando la fisicità è integrata con tutti gli elementi della personalità umana.

Contatto: garanzia di essere accudito da qualcuno. Tutti noi siamo nati alla vita da un corpo caldo e abbiamo avuto a lungo bisogno di essere scaldati e nutriti prima di poter vivere autonomamente.

Questo contatto, che è calore e vicinanza, è garanzia dall’isolamento e garanzia alla vita. Da neonati ci è stato ampiamente fornito, pena il degrado del patrimonio vitale (vedi gli studi comparati su scimmie di Harlow o lo studio di bambini in brefotrofi di Bowlby) e, man a mano che si diventa autosufficienti, si cerca di ritrovare il contatto creando relazioni intime a vari livelli – fisico, psichico, spirituale – quasi un ritrovare l’univocità del rapporto madre-figlio dove idealmente l’uno è necessario per l’altro.

Relazione: avere qualcuno con cui comunicare, esprimersi, dal quale essere visti, ascoltati, riconosciuti. In noi stessi ci sono emozioni, sentimenti, stati d’animo che cerchiamo di comunicare. Essere capiti, essere visti, essere riconosciuti, entrare in contatto, in relazione è un bisogno vitale da soddisfare, per legittimare la nostra stessa esistenza. Ogni vita umana ha un suo significato e un suo spazio che va legittimato e rispettato. E, a poco, a poco, impariamo a dare importanza agli altri, a dare attenzione ai messaggi che ci inviano. E’ un modo di maturare, di diventare consapevoli della nostra e altrui umanità, di comunicarla.

Questi tre bisogni, come ho detto sopra, determinano la ricerca di un individuo che ci possa aiutare a soddisfarli e la loro contemporanea gratificazione testimonia la specificità della relazione di coppia.

Il crollo delle ansie difensive (essere ciò che si è e farsi conoscere), il bisogno di relazione univoca, di contatto fisico con il proprio oggetto sorgente d’amore (stare insieme, comunicare, conoscersi) ed infine la capacità di amare e di essere amati (rispetto dell’individualità di ciascuno), creano il rapporto di coppia contraddistinguendolo dagli altri perchè il partner non è solo oggetto di desiderio, ma oggetto di amore, con tutto ciò che l’amore comporta: dialogo, protezione, passione.

Sogno romantico

La storia di ciascun individuo è un progetto da realizzare. Ogni bambino ha chiesto: “Cosa farò da grande?” e si arrabatta per “diventare papà o mamma”. Così – saggiamente – egli riassume lo scopo della vita.

All’ adolescente è più chiaro che cosa significa essere maschio o femmina per l’avvenuta maturazione dell’apparato genitale e inconsciamente progetta come realizzarsi. Sogna cosa farà da grande, che uomo o donna sarà. Costruisce “l’ideale di sè”. A seconda dell’età, le caratteristiche saranno fisiche o morali, esteriori o interiori; costruisce anche “l’altro ideale”, poiché definendo l’ideale per il proprio genere, viene spontaneo fantasticare anche colui/colei che si affianca meglio al proprio sè ideale. L’intrecciarsi di queste fantasticherie costituisce “il sogno romantico” che sarà significativo e condizionante nella realizzazione della propria vita.

Innamorarsi è…

Innamorarsi è credere di aver trovato l’ uomo o la donna giusti per fare coppia. Innamorarsi è privilegiare tra tutti un individuo, sentirsene inspiegabilmente attratti, affascinati, rapiti sia sessualmente che emotivamente, che intellettualmente.

Innamorarsi è privilegiare tra le altre quella persona che sembra la più adatta a recitare insieme a me il copione del mio progetto ideale di vita, del mio sogno romantico. Certe caratteristiche hanno un fascino straordinario (gli occhi, il seno, le spalle, il modo di camminare, di muovere le mani, ecc.), perchè coincidono con quei tratti creati nel proprio sogno romantico, e ci si innamora di queste caratteristiche! L’innamorato infatti, seppure incontrato casualmente, è colui che corrisponde al proprio modello ideale, almeno per qualche caratteristica.

Innamorarsi è travisare la realtà perchè‚ non si vede l’altro per quello che è, ma per quello che si vorrebbe che fosse: il proprio innamorato è colui/colei che riteniamo capace di soddisfare i nostri bisogni; gli attribuiamo la capacità di rispondere alle nostre aspettative: protezione, supporto, stimolo; calore, coraggio, ottimismo; divertimento, evasione, cultura; benessere, denaro, potere… ecc. Proiettiamo su di lui/lei e sul nostro essere insieme a lui/lei, il sogno che abbiamo costruito per la nostra vita personale.

Da innamorati si percepiscono solo le somiglianze, si annullano le differenze, si attribuisce più fiducia all’altro che a se stessi, si delega all’altro la soddisfazione dei propri bisogni. Come il bambino si aspetta che il mondo gli dia…, così l’innamorato si aspetta che l’innamorata gli dia ciò che gli manca.

Simbiosi è il termine che descrive questa sensazione di somiglianza assoluta, di affinità, di adesione perfetta l’uno all’altro, di convinzione che la “tua” volontà sia la “mia”, che tu servi per realizzare me e ne faccio conseguire che i “nostri” progetti sono identici, che “noi” abbiamo un destino univoco.

Dentro a questa sensazione di “bisogno di te” nasce la presa in cura di te che mi sei così prezioso e necessario, comincio a dedicarti le mie attenzioni e il mio affetto.

Da questa sensazione di unione idilliaca scaturiscono sentimenti positivi, di interesse reciproco e di vera curiosità per i rispettivi mondi personali. Nasce l’amore. Un amore che è, per ora, possedere un innamorato.

Dall’amore: libertà e autonomia

L’affetto, la stima, la fiducia, l’attenzione, la cura che si percepiscono, rendono fiduciosi nelle proprie potenzialità. Il sentirsi amati fa ritenere di essere amabili.

L’essere considerati speciali e unici è un altro modo di sentirsi amabili, di sentire che tutto di noi è apprezzabile, anche ciò che finora a nostro parere erano difetti e manchevolezze.

Il sentirsi amati facilita il guardarsi dentro, il riconoscere e rivalutare le proprie sensazioni, avere più consapevolezza del proprio modo di valutare il mondo, riconoscere la propria scala di valori, sapere in che direzione si vuole andare, quali sono gli obiettivi della propria vita: facilita quindi la possibilità di scegliere, di prediligere e di scartare.

Il desiderio di piacere all’ altro, di farlo contento, spinge ad usare le caratteristiche per le quali ci si sente ammirati, per compiacere l’altro.

La relazione amorosa può dunque essere definita maturante in quanto stimola maggior conoscenza di sè, maggior fiducia nelle proprie potenzialità, maggior integrazione dei vari aspetti della propria personalità, fa superare l’egocentrismo: ci si innamora perchè si è creduto di aver trovato chi “mi” integra, chi soddisfa i “miei” bisogni, e poco alla volta ci si scopre capaci di soddisfare i “suoi” bisogni.

Secondo me la relazione amorosa può addirittura essere definita terapeutica perchè crea il clima che permette di star bene con se stessi e crea la possibilità di una autentica relazione di aiuto alla crescita personale reciproca: sentendoci amati abbiamo maggior fiducia in noi stessi, riusciamo ad ascoltare i valori interiori che possono regolare le nostre esigenze e soddisfare i nostri bisogni e diventiamo capaci di scelte finalmente consapevoli, autonome e libere. Questo amore è “libertà” di essere se stessi.

Fonte: http://www.mondofamiglia.it

Bibliografia