Realtà e falsi miti dei cibi ‘abbronzanti’

Le credenze in merito all’abbronzatura sono tante e alcune riguardano quel che si mangia prima di stendersi al sole.

Ma esistono davvero alcuni cibi che permettono di abbronzarsi di più e in meno tempo? L’abbiamo chiesto a Gabriele Piuri, medico chirurgo e dottorando in nutrizione sperimentale e clinica.

Esattamente un anno fa la Coldiretti ha stilato una classifica dei vegetali che dovrebbero favorire la tintarella estiva: oltre alle carote, conosciute quasi da tutti per le loro presunte qualità abbronzanti, nella lista compaiono spinaci, pesche gialle, cocomero, albicocca, radicchio, peperoni. Consumare questi alimenti basta per assicurare un colorito invidiabile?
“Non è proprio così. È sbagliato pensare che questi cibi siano autoabbronzanti o abbiano il potere di stimolare direttamente la produzione di melanina. Vero è, però, che alcuni tipi di frutta e verdura svolgono un’azione protettiva sulla pelle grazie al loro alto contenuto di flavonoidi.

L’abbronzatura è in realtà una reazione di difesa dell’organismo, che produce una barriera di melanina tra lo strato più superficiale della pelle e quelli sottostanti, più delicati, per proteggerla dai raggi solari. Se l’epidermide è meno fragile grazie a un’alimentazione corretta, il sole e il mare stressano meno l’organismo, che si predispone all’abbronzatura con ‘una marcia in più'”.

Non cibi abbronzanti, quindi, ma protettivi.
“Sì, ma questo non vuol dire che, mangiandone in quantità, si possa bypassare la crema solare. Anzi, è importante esporsi ai raggi con un’adeguata protezione”.

Quali sono gli alimenti amici della pelle?
“Tutta la frutta e la verdura colorata di giallo, arancio, rosso, fino al viola e al blu. Queste tinte indicano la presenza di betacarotene e polifenoli, quindi giovano all’epidermide. È intuitivo: vegetali dal colore simile hanno effetti simili sull’organismo. Questo può aiutare anche i profani ad orientarsi nel consumo”.

Si dice che anche il pesce favorisca la tintarella.
“Il discorso è simile al precedente. Il pesce è ricco di omega3, un tipo di grassi che, come i flavonoidi, aiuta a proteggere la pelle diminuendo i radicali liberi. Questi ultimi sono molecole instabili che ossidano la materia organica degradandola, e che si moltiplicano con l’esposizione alla luce solare. I flavonoidi e gli omega3 si legano ai radicali liberi rendendoli più stabili e quindi meno dannosi. Così il corpo può godere degli effetti positivi del sole, arginandone i fattori di rischio”.

E gli integratori ‘abbronzanti’, ai quali, prima dell’estate, si fa tanta pubblicità?
“Li sconsiglierei. Si tratta per lo più di mega-dosi di vitamine, alcune delle quali, a differenza del betacarotene, non sono idrosolubili. Possono quindi richiedere uno sforzo eccessivo da parte dell’organismo per essere smaltite. Non voglio assolutamente essere allarmista, solo dire che, tutto sommato, è più facile, oltre che più economico, consumare cibi freschi e di stagione e seguire una dieta equilibrata.

C’è chi, nella speranza di annerirsi più in fretta, applica alcuni alimenti direttamente sulla pelle. Coprirsi di olio, birra, limone o camomilla ha qualche effetto miracoloso?
“La camomilla è lenitiva, la birra contiene vitamina B, ma credo si tratti più che altro di suggestioni legate al colore di questi alimenti, che potrebbe ricordare una pelle ambrata. Certo è che non consiglierei ai miei pazienti un bagno nel succo di carota, come cura contro il pallore invernale”.

Caterina Allegro

Fonte: http://it.speciali.lifestyle.yahoo.com

Bibliografia