Abbiamo bisogno di imparare a ricevere

Molti pensano di dare tanto agli altri e non ricevere niente in cambio. Spesso è solo una fantasia, che innesca però continui lamenti e incrina i rapporti. Perché anche ricevere è… un’arte

Stando alle frasi che si sentono in giro nei dialoghi confidenziali o nelle chiacchiere occasionali, il mondo dovrebbe essere costituito da una larga maggioranza di persone che “ danno” e da una esigua minoranza di persone che “ ricevono”. Molti  sono convinti di vivere elargendo aiuto, donando amore, seminando amicizia, facendo cose per gli altri, mentre pochi sono coloro che sentono di venire aiutati, di ricevere affettività, di ottenere cose in modo gratuito e generoso. In tal modo però i conti non tornano: per tante persone che danno, ce ne devono essere altrettante che ricevono. La maggior parte invece si sente in credito con gli altri e, non di rado, considera ingrata la realtà esterna. Ma è davvero così?

Problemi di…ricezione!

Le persone che si danno da fare per gli altri sono numerose, a prescindere dal motivo (personale o altruistico) per cui lo fanno. La nostra attenzione non può dunque che spostarsi dall’altro lato della questione, cioè sull’aspetto legato alla ricezione. Se guardiamo coloro che fanno una psicoterapia, ci rendiamo conto che c’è una diffusa incapacità a ricevere. Molte persone, pur ricevendo almeno un po’ da chi li circonda, non riescono a percepirlo, se non in parte.

Gratuito? Non ci credo!

Figli che si lamentano di non avere abbastanza supporto dai genitori, che pure già li aiutano. Genitori a cui non basta mai la sollecitudine dei figli nei loro confronti. Coniugi o fidanzati che non sentono arrivare l’amore dal partner, che invece sta facendo i salti mortali per convincerli che sia vero. Persone che non perdonano agli amici di non esserci stati “quella volta lì”, quando invece ci sono sempre stati. Gli esempi che si possono fare sono tanti, proprio come tanti sono i motivi che producono questa difficoltà di ricezione. Tutti però sembrano collegati da una tema centrale: l’incapacità ad accettare ciò che ci viene dato gratuitamente, che sia un complimento, un attestato di stima, un regalo, un aiuto, una disponibilità, o anche, più in grande, un amore o un affetto sinceri e costanti.

“Lo fa per pietà?”: molti “ non ci possono credere” che qualcuno faccia qualcosa per loro. Sono convinti di non essere degni di ricevere e questo li spinge a non accettare, per non ripetere la penosa esperienza del perdere, li induce a sentirsi presi in giro da chi offre qualcosa senza chiedere in cambio (“Lo fa per pietà”, oppure, “Dov’è la fregatura?” o “Si sta sbagliando”); li porta  dover ricambiare a ogni costo per non sentirsi in debito e quindi ricattabili.

È evidente che chi si trova in questa situazione, quand’anche fosse ricoperto di quintali d’affetto, non ne percepirebbe che la presenza momentanea, per poi sentirsi nuovamente solo al mondo, incompreso, lasciato a se stesso.

Mettersi in gioco

Il cambiamento non può arrivare come un dono dall’alto, anche perché, in quanto dono, non verrebbe accettato. Occorre prendere coscienza del fatto che “io do agli altri, a me non dà niente nessuno” è una visione irrealistica e faziosa della realtà. E il fatto che nasca da reali carenze affettive non giustifica il fatto di doverla proporre con aggressività. Aggressività è forse la parola che, pur sembrando a meno adatta a chi si sente in credito col mondo, meglio si addice a questo atteggiamento che svalorizza e vanifica ciò che arriva dall’esterno, compresi gli sforzi che gli altri fanno per superare questa barriera. È ora di riconoscerlo, anche perché altrimenti viene il dubbio che questo atteggiamento sia diventata una scusa per non mettersi in gioco.

Cosa fare?

Non dare se non ti chiedono

Chi non sa ricevere si pone nell’atteggiamento continuo di colui che dà (aiuto, ascolto, comprensione), anche quando l’altro non ha chiesto niente. Ma è sbagliato, perché in tal modo si blocca il rapporto, lo si controlla a vantaggio della propria nevrosi, impedendo la spontaneità in entrambe le direzioni.

Non sdebitarti a tutti i costi

Un altro errore è, quando qualcuno fa qualcosa per noi, sentirsi in dovere di sdebitarsi, di ricambiare a ogni costo. Evitiamo che il rapporto diventi un baratto, lasciamo che possa esservi della sana e reciproca gratuità. Usciamo dai calcoli e impariamo a dire un sentito e sincero grazie. È sufficiente e verrà apprezzato.

Riconosci i doni quando arrivano

Alcuni, senza accorgersene, chiedono molto, ma poi ignorano tutto ciò che hanno preso. Non lo considerano, e anzi si lamentano di non ricevere niente, fino a costringere l’altro a rinfacciarglielo. Usciamo dall’irritante personaggio di “colui che non riceve”: mette gli altri sotto scacco e li fa sentire sempre in debito. Oltre a caricarli di rabbia.

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