Amare troppo. Quando l’amore fa male

img_7745Che cosa spinge una persona ad innamorarsi di un partner che la umilia, non la rispetta e la tradisce? La dipendenza affettiva è un problema tipicamente femminile, anche se negli ultimi decenni a causa dei mutamenti sociali, questo problema sta cominciando ad interessare un numero crescente di uomini.

Per spiegare i meccanismi psicologici che scattano nelle relazioni distruttive, esamineremo brevemente il caso di Barbara Samson, autrice del libro: “Quando il primo amore uccide”.

Una volta appresa la sieropositività del suo ragazzo, Barbara, una diciassettenne francese, continua ad avere con lui rapporti non protetti sino ad arrivare a contrarre il virus del H.I.V.

Naturalmente quello di Barbara è un caso estremo, ma i meccanismi psicologici che sono scattati in lei sono simili ai meccanismi che scattano nelle relazioni autodistruttive.

Insoddisfazione e bassa autostima sono il retroterra in cui fioriscono i rapporti patologici.

Le donne (e gli uomini) che amano troppo sono accomunati da bassa autostima e da un senso di insoddisfazione per la propria vita. Nel amore vedono la soluzione dei loro problemi : al partner chiedono inconsciamente di “salvarle”, di dare un significato alla loro esistenza e di farle sentire bene con se stesse.

Come si sviluppa un amore autodistruttivo.

Il colpo di fulmine

Le relazioni delle donne che amano troppo cominciano in un modo travolgente, spesso con un colpo di fulmine. Avviene così anche ala protagonista del libro “Quando il primo amore uccide”: Barbara decide di perdere la sua verginità con un ragazzo che conosce da soli due giorni e di cui non sa niente.

Dal punto di vista psicologico, spesso dietro la tendenza a fidanzarsi con qualcuno in un modo impulsivo, si nasconde la paura di stare da sole e il bisogno di avere un partner a tutti i costi.

L’altro appare un “principe azzurro” anche se non si sa niente di lui perché si vede in lui la risposta ai propri bisogni.

Si ignorano i propri bisogni ed esigenze

Le donne che amano troppo affrontano le relazioni sentimentali in un modo eccessivamente accondiscendente. In altre parole sono disposte a tutto, pur di essere amate.

Barbara, che è vergine decide di avere rapporti sessuali con Antony, sebbene non si senta pronta a questo passo. La ragazza decide di fare l’amore con lui per paura di perderlo. Scrive :” Mi sono rassegnata a lasciarmi fare l’amore, per offrirlo a lui, non a me. Che lui mi ami, è più importante del disgusto di essere toccata e violata”

Ci si colpevolizza per il cattivo comportamento del partner.

A causa della loro scarsa autostima, le donne che amano troppo si considerano responsabili del cattivo comportamento del loro partner. In sintesi, se il loro uomo le umilia,le tradisce e non le rispetta, esse sentono che questo dipende dal fatto che sono poco interessanti, non valgono niente e sono indegne di amore. Incapaci di provare rabbia, essi reagiscono al maltrattamento o alla freddezza del fidanzato, colpevolizzandosi e vedendo nelle umiliazioni subite la prova della loro pochezza.

Ci si aggrappa sempre più al partner.

Anche quando la relazione diventa degradante e umiliante, la persona coinvolta non prende in considerazione l’ipotesi di rompere la relazione. Anzi, raddoppia gli sforzi per cambiare il partner e per conquistare il suo amore. Più il partner non la rispetta, più la donna che ama troppo aumenta l’impegno per salvare il rapporto.

Quello che scatta in queste relazioni è un meccanismo psicologico simile a quello dei giocatori d’azzardo. La donna che ama troppo non vuole mettere in discussione una relazione a cui ha sacrificato tutto e da cui dipende tutta la sua autostima. Farlo significherebbe per lei sentirsi una fallita.

Quando Barbara apprende che ha perso la verginità con un ragazzo sieropositivo e che lui , pur essendo al corrente della sua malattia, ha preferito non dirle niente e correre il rischio di contagiarla, reagisce nel modo seguente: “La bugia mi sembrava più grave della sieropositività .Ma ciò che mi faceva stare veramente male era che se era stato capace di fare una cosa del genere sicuramente non mi amava. La consapevolezza che non c’era amore, quello era insopportabile, inconcepibile. Lì stava il vero rifiuto, la vera rabbia, l’estrema umiliazione. Con ostinazione mi sforzavo di provare a me stessa che mi stavo sbagliando. Cercavo di dimostrare che si trattava d’ amore”

Quando il suo ragazzo, messo alle strette, ammette la malattia e chiede a Barbara se vuole continuare a stare con lui , lei risponde: ” Si, tanto sono sicuramente sieropositiva. Ma anche se non fosse, voglio essere come te e accada quel che accada”

Il rapporto di coppia assorbe tutte le energie psicologiche.

Più il rapporto di coppia si deteriora, più la donna che ama troppo aumenta gli sforzi per salvare la relazione. La partner innamorata investe tutte le sue energie nel rapporto di coppia e comincia a trascurare il lavoro, le amicizie, i figli , il suo aspetto e la sua salute. A quel punto tornare indietro diventa veramente difficile : anche se è insoddisfatta, la donna che ama troppo non può lasciare un uomo che è diventato la sua unica ragione di vita.

Quando Barbara ha la conferma di essere stata contagiata dal virus, si aggrappa ancora di più ad Antony. Sente di non poter tornare indietro: “Non ho più un posto da nessuna parte. Non sono più come le mie coetanee . Ho perduto la mia gioventù. Seguire le lezioni, recitare il ruolo della liceale, sarebbe una commedia, un gioco. Non ho altri che lui perché lui è come me. “

Ulteriori considerazioni sui rapporti patologici.

La scarsa autostima è alla base dell‘autolesionismo in amore. Chi ama troppo ha un cattiva immagine di sé e per questa ragione, tende a scegliere partner problematici e inadeguati. Chi ama troppo è convinto di non poter essere amato per quello che è, e visto che non può essere amato, si accontenta di essere indispensabile. Ecco perché chi ha questo tipo di problematiche tende a cercarsi dei partner deboli e dipendenti (spesso anche dal punto di vista economico).

Barbara chiarisce il comportamento autodistruttivo: “Vorrei andare fino in fondo. Distruggere la mia vita. Mostrare che esisto, con qualunque mezzo. Un po’ mi disprezzo. Attraverso di lui, voglio cercare di amare anche me stessa. E lui ha bisogno di qualcuno, ho l’impressione di essere io questo qualcuno. Mi sento quasi indispensabile.,Allora rifaccio l’amore con lui ogni week-end. L’amore con l’amore con la morte perchè è lei che mi chiama.”

Come prevenire il troppo amore.

Il motto “va dove ti porta il cuore” può portare a dei risultati drammatici in amore. Il nostro inconscio ci può condurre verso scelte sentimentali sbagliate e distruttive. Per esempio, conosco una ragazza che si innamorava soltanto di uomini con problemi di alcoolismo e/o tossicodipendenza. Tutte le volte che diceva di aver conosciuto un ” ragazzo fantastico” , invariabilmente, veniva a scoprire che il suo nuovo partner si drogava o si ubriacava. Altre donne si innamorano puntualmente di uomini sposati o fidanzati, bugiardi ed emotivamente non disponibili. Per uscire dalla sofferenza in amore , valgono due regole .

La prima regola è quella di imparare a puntare su se stesse.

Quando una persona sta bene con se stessa, ha la serenità e l’autostima necessaria per intraprendere una relazione più gratificante. Se si è coinvolte in un rapporto distruttivo, bisogna smettere di voler risolvere i problemi del partner e concentrarsi invece sul proprio benessere. Spesso, chi si aggrappa morbosamente ad un uomo, è in una condizione di insoddisfazione ( si sente sola, non ha interessi, è insoddisfatta delle proprie amicizie e del proprio lavoro, ecc..) . Il partner diventa allora l’unica ragione di vita. Puntare su se stesse e risolvere i propri problemi è la strada più breve per guarire dalla dipendenza affettiva.

La seconda regola è quella di evitare le scelte impulsive e un impegno prematuro.

Chi soffre di dipendenza affettiva, tende a innamorarsi subito e a bruciare le tappe. Ma una volta, coinvolte affettivamente e fisicamente, interrompere la relazione diventa difficilissimo.

Il consiglio migliore è quello di fare le cose con calma e, prima di fare del sesso, prendersi il tempo per conoscere e valutare il potenziale partner (lo so sembra un consiglio troppo razionale e poco romantico!). Bisogna chiedersi se lui o lei, al d là dell’attrazione che ci ispira, ci piace complessivamente come persona. Se non ci fosse l’attrazione fisica, lo vorremmo come amico? Proviamo stima, rispetto e ammirazione? Sentiamo di poterci fidare? Se la risposta a queste domande è negativa, la relazione parte in un modo poco promettente.

Dottoressa Anna Zanon

Fonte: http://www.ilmiopsicologo.it