La gelosia: amore o malattia?

dealing_with_a_jealous_partner_h-700311A tutti noi sarà capitato di essere gelosi, di infastidirci se il nostro partner esce solo con gli amici, se non si fa rintracciare dalle nostre molteplici telefonate, se all’improvviso inizia a vestirsi elegante, perché deve andare in ufficio (dove hanno assunto una nuova segretaria!).

Essere gelosi significa dubitare continuamente dell’amore e della fedeltà della persona.

E’ una malattia?

In alcuni casi può diventarlo. Per alcuni è solo un fastidio, una sottile sensazione di disagio, per altri è una vera e propria ossessione.

E’ un sentimento ambiguo, a volte associato ad emozioni con una connotazione negativa, come la rabbia, l’invidia e l’avidità, altre volte viene visto come una componente dell’amore: chi ama davvero deve essere geloso.

In realtà è una passione che va oltre l’amore, che deve essere distinta dall’invidia, che riguarda qualcosa o qualcuno che non abbiamo e vorremmo avere.

Al contrario la gelosia è verso qualcosa o qualcuno che crediamo di possedere e non vogliamo perdere.

Tuttavia chi è geloso viene capito ed in un certo senso giustificato, mentre chi invidia è disprezzato e condannato tanto che, fin dal lontano Medio Evo, l’invidia capeggia tra i sette vizi capitali, mentre la gelosia non era considerata un peccato neanche da Dante.

Essa è comunemente ritenuta un difetto di carattere, un atteggiamento, in realtà è quasi sempre priva di ogni giustificazione, perché nasce quando trattiamo le persone che amiamo come oggetti di nostra proprietà.

Alcuni autori la considerano un istinto, quasi come quello di conservazione e di sopravvivenza, un impulso che si trasmette in modo ereditario e ciò è dimostrato dal fatto che fin da piccoli siamo gelosi (pensiamo alla gelosia di un bimbo quando nasce il fratellino).

In realtà la gelosia non sempre è un sentimento “sano”. Le eccessive attenzioni del partner sono piacevoli fino a quando non limitano la nostra libertà e sono accettate da entrambi i membri della coppia.

Quando la gelosia diventa “patologica”?

Le persone gelose sono vittime di emozioni indesiderate, che a volte portano alla rovina proprio dei rapporti a cui tengono di più.

Il geloso ha il bisogno di possedere, di controllare ed ha l’angosciante paura di essere abbandonato.

Dice Jung: “Il primo sospiro d’ amore è l’ultimo della saggezza“.

Esiste un amore che rispetta l’indipendenza e gli spazi dell’altro ed un altro che assorbe tutto, divora i pensieri, è avido di possesso, anche se questo termine in amore può essere usato solo in senso improprio, perché nessuna delle parti può vantare dei veri e propri diritti sull’altro.

La gelosia ha origine proprio nell’istinto di proprietà, perché si riferisce al desiderio di possesso esclusivo di un bene, la persona amata, che si ha paura di perdere.

IL geloso è una persona estremamente sensibile, ma soltanto ai suoi bisogni, tratta le persone come oggetti, non sopporta intrusioni reali o presunte all’interno dei suoi rapporti.

L’intruso non è solo il rivale in amore, ma chiunque può intaccare le relazioni interpersonali e minaccia la perdita di un possesso (pensiamo alla paura di perdere un amico). Quello che le persone desiderano in una relazione di coppia è l’esclusività. Il concetto di legame esclusivo è molto importante sia nell’amore che nella gelosia. In questo caso non importa se l’intruso provochi una effettiva riduzione di tempo, dell’affettività: ogni intrusione in sè rappresenta un’effettiva limitazione del carattere di specificità del rapporto.

Lo si vede, ad esempio, nelle relazioni in cui il partner, spesso per senso di colpa, ricopre l’altro di regali e di attenzioni pur coltivando un legame con una terza persona.

Il tentativo costante del geloso è quello di riuscire ad inglobare totalmente l’altro, ad assorbire i suoi pensieri, le sue emozioni, a controllare tutto.

Ci sono delle persone che, anche in condizioni di stabilità e serenità di coppia, hanno bisogno di conservare un certo potere su di essa ed essere sempre in costante attesa di una possibile intrusione che potrebbe far perdere loro la supremazia.

Altre, invece, per timore di essere abbandonate fanno il primo passo e tradiscono o spinge il partner al tradimento (“Tanto prima o poi mi tradirà!”).

A volte l’ossessione del geloso può essere retrospettiva ed arrivare al desiderio di poter riscrivere la storia del suo compagno per fare di se stesso l’unico oggetto della passione in ogni momento.

Il suo può anche essere un vero e proprio delirio, egli spia alle porte, esamina ansiosamente carte lacerate, cerca di sorprendere discorsi innocenti, ricostruire lettere d’amore nella ricerca affannosa di trovare conferma ad un sospetto, ad una voce.

Egli non lo fa per dimostrare un proprio torto, ma per provare una realtà che già “conosce”.

Nella gelosia di tipo paranoide, oltre al dolore per il tradimento, si aggiunge la terrificante preoccupazione di essere oggetto di derisione da parte di chi sa o può sospettare la sua vergogna. “La gelosia non è altro che sentirsi soli contro i nemici che ti deridono” (E. Bowen).

Questo tipo di gelosia che è sempre patologica (“Sindrome di Otello”) ed è forse la causa più frequenti dei “delitti passionali”, che riempiono le pagine dei quotidiani.

Concludendo, il geloso può essere considerato come una persona molto insicura, che ha bisogno del costante appoggio del partner e del controllo su lui per poter affermare se stesso e sentirsi forte, potente e, soprattutto vivo.

Un tradimento, un abbandono, una delusione riattivano un sentimento d’inferiorità inconscio, che spinge al disperato tentativo di riappropriarsi della persona amata.

Fonte: http://www.harrrdito.it