La famiglia oggi è migliore?

famiglia-sorridenteI mutamenti culturali hanno portato ad una rivoluzione del nucleo familiare. Oggi la famiglia ha smesso di essere il punto di riferimento per i giovani che però, continuano a vivere all’interno di essa anche fino ai 40 anni… contraddizioni della società moderna!

Molto spesso si sente parlare degli effetti negativi che il cambiamento nella struttura familiare ha portato con sè, talvolta con previsioni poco promettenti per il futuro dell’umanità.

Insomma, se la famiglia non torna ad essere “quella di una volta”, siamo tutti spacciati! Ma è veramente così? Oppure, non si stanno trascurando i benefici che l’evoluzione della famiglia ha portato con sè?

Noi vogliamo andare contro corrente e, piuttosto che prevedere la fine del mondo, siamo desiderosi di elencare i vantaggi che la famiglia moderna ci ha regalato. Per fare ciò è necessario ripercorrere, sia pur brevemente, l’evoluzione della famiglia nel tempo.

Fin dall’epoca degli antichi romani, la famiglia è stata sempre il fulcro della vita dell’intera società. In casa s’imparavano i valori necessari per essere accettati dagli altri, e per muoversi ed interagire all’interno di un contesto con delle regole ben precise.

I ruoli all’interno della famiglia sono stati sempre ben definiti e differenziati, di conseguenza, la moglie era quella che si occupava della cura della casa e dell’educazione dei figli; il marito era il capo indiscusso, colui che provvedeva ai bisogni economici e che dominava su tutti gli altri membri; i figli maschi, una volta raggiunta una certa età, imparavano dal padre tutte quelle “tecniche” e atteggiamenti necessari per diventare, anche loro, un capo famiglia; ed infine le figlie femmine aiutavano la madre nei lavori domestici, preparandosi a diventare anch’esse casalinghe.

Inoltre, soprattutto nel periodo che precede la rivoluzione industriale, il modello di famiglia era quello esteso, vale a dire che si viveva assieme con i parenti più stretti, i quali occupavano dei ruoli più marginali ma in ogni caso ben definiti.
In questo modo, i figli sviluppavano la loro personalità all’interno di questo contesto, assumendo i valori e gli atteggiamenti di coloro che gli stavano vicino, senza poter sviluppare la propria individualità. In altre parole, la possibilità di crescita personale, e l’esperienza di nuove forme di condurre la propria esistenza, era assai limitata; lasciando non solo i bambini, ma anche gli adulti, intrappolati nell’ambiente familiare per tutta la sua vita, si ha qualcosa simile l vivere dentro a una scatola.

Con l’avvento della rivoluzione industriale e la necessità di disporre di mano d’opera anche femminile, la famiglia subì alcuni mutamenti: la donna ebbe meno tempo da dedicare ai propri figli e ai lavori domestici, i bambini cominciarono ad essere educati a scuola e, di conseguenza, la madre perse in parte il ruolo d’educatrice.

Tuttavia, bisogna aspettare fino agli anni Sessanta del Novecento per vedere dei cambiamenti davvero importanti. In questo periodo, la donna acquisì la consapevolezza del suo ruolo nella società, e proiettò sè stessa al di fuori delle mura domestiche, lottando per far valere i propri diritti, il che la portò ad un ulteriore distacco dalla propria famiglia.
Man mano che i bisogni della società, ormai diventata capitalista, crescevano, anche le donne più restie ad abbandonare il ruolo di casalinghe dovettero cedere ed allinearsi alle nuove esigenze. Ciò portò il problema dell’educazione, la quale venne impartita esclusivamente nelle scuole, e la stessa diventò l’istituzione più importante all’interno della comunità.

Nella società moderna, col miglioramento del tenore di vita di tutti gli strati sociali, e la possibilità di acquistare beni e servizi mai immaginati prima, uomini e donne sono diventati più individualisti, volendo soddisfare i loro piccoli vizi a tutti i costi. Oggigiorno, con il caro vita, le persone si trovano di fronte ad una scelta considerata importante: soddisfare sè stessi oppure avere dei figli? Senza dubbio la maggior parte ha scelto la seconda possibilità.

Così le coppie senza figli possono ad esempio, viaggiare, il che permette di conoscere nuove culture e arricchire il proprio bagaglio culturale; possono dedicare il tempo libero ai propri hobby, attività che permette una migliore conoscenza di sè; possono passare più tempo con gli amici, andare spesso al cinema, al ristorante, e così via. Di conseguenza, troviamo persone più felici e soddisfatte della propria vita, e d’altronde si sa che le persone felici vivono di più.
Non poche però, sono le coppie che scelgono di , ed anche questo fatto è stato molto criticato. Nella società moderna, si sa, avere due figli porta dei grossi svantaggi economici, prima di tutto per i figli stessi, molti dei quali, ad esempio, non appena finita la scuola devono andare subito a lavorare senza la possibilità di continuare ad istruirsi.

Quindi, molte volte, l’unico modo per garantire una vita senza mancanze d’alcun genere ai propri discendenti, è avere il minor numero possibile di figli.

Dimenticando il fatto che siano uno, due, o tre i figli che le coppie italiane decidono di avere, dobbiamo ricordare i vantaggi che un’educazione impartita al di fuori del nucleo familiare porta con sè: in primo luogo i ragazzi hanno le proprie esperienze di vita, quindi, non conoscono la vita stessa attraverso i racconti degli altri come succedeva una volta; inoltre giornalmente comunicano con persone diverse, le quali hanno punti di vista diversi, imparano a confrontarsi, a questionarsi, e ad essere tolleranti.

Per concludere, in molti preferiscono la famiglia tradizionale, quella “chiusa”, dove i valori erano “quelli” e guai a chi li rifiutava. Una famiglia nella quale la libertà espressiva d’ogni singolo membro era delimitata dai propri ruoli, dove spesso qualcun’ altro prendeva le decisioni dei membri più giovani, i quali, a loro volta, erano impossibilitati a vivere esperienze di crescita al di fuori delle quattro mura.
Altri, invece, preferiscono la famiglia moderna, nella quale i coniugi sono più soddisfatti della propria vita, nella quale non esistono ruoli ben definiti perché ognuno è capace di far bene anche il lavoro dell’altro; una famiglia nella quale i figli sono liberi di adottare valori diversi da quelli dei propri genitori, rapportandosi con loro in maniera critica e provando a vivere delle esperienze forti in prima persona, esperienze che arrichiscono e rinforzano l’Io.

a cura di Emanuela Cerri

Fonte: http://www.girlpower.it